Il “Disco Grande” di Arnaldo Pomodoro

A detail from the “Grande Disco” by Arnaldo Pomodoro

Tridimensionalità e monumentalità nelle sue opere esprimono il mondo interiore di questo grande artista italiano.

Non è facile parlare di Arnaldo Pomodoro senza citare Giò Pomodoro, suo fratello. Artisti di fama mondiale entrambi, scultori celebrati in ogni angolo del pianeta. Molto simili tra loro nella creatività e nella realizzazione delle loro opere, da essere spesso confusi l'uno con l'altro. Nati a Morciano di Romagna, hanno scelto entrambi Milano, come loro città ispiratrice di arte e di vita.

Arnaldo, più grande di quattro anni rispetto a Giò, è celebre per le sfere metalliche che si scompongono, aprendosi davanti agli occhi dello spettatore sbigottito dal contrasto tra la perfetta levigatezza e lucentezza esterna e la complessità contenuta, quasi nascosta, nell'interno. Il sistema cuneiforme di ingranaggi e di linguaggi presenti nella profondità rende la sfera metafora del mondo.

disco grandeArnaldo Pomodoro. Photo credits Tom Claeren

«La sfera è un oggetto meraviglioso, del mondo della magia, del mondo dei maghi, e che si tratti di cristallo, bronzo o pieni d’acqua… riflette ciò che ci circonda, creando tali contrasti che a volte si trasforma, diventando invisibile, lasciando solo il suo interiore, tormentato e corroso, pieno di denti […] Quello che mi spinge a fare le sfere è rompere questi elementi perfetti...».

Si esprimeva così l'artista parlando delle sue opere. La “Sfera n.1”, del 1960, fu creata per la Chiesa di Roma e ora è collocata nel Cortile della Pigna presso i Musei Vaticani. Poi ne seguirono altre, sparse in ogni parte del mondo, da quella per la sede delle Nazioni Unite a New York a quelle per il Seminary Theological Cristiana di Indianapolis, per The Teheran Museum of Contemporary Art e per l’Università di Tel Aviv in Israele.

Dopo avere studiato come geometra, Arnaldo Pomodoro svolge le prime esperienze nel campo della scenografia e dell'oreficeria insieme al fratello Giò. Si trasferisce a Milano nel 1954 e un anno dopo espone già alla Galleria del Naviglio una serie di grandi sculture che hanno come soggetti ricorrenti la colonna, la sfera spaccata o il simbolo magico della ruota. Lentamente il suo linguaggio caratteristico, informale, si evolve adattandosi di volta in volta alle caratteristiche del materiale usato: prima l'oro e l'argento, per farne gioielli, poi il legno, il ferro, il cemento e il bronzo che diventeràà la sua materia base per opere di piccole dimensioni e per le sculture monumentali che lo hanno reso celebre.

disco grandeThe “Grande Disco” by Arnaldo Pomodoro

La sua ricerca si svolge nell'ambito dell'esperienza informale. Si serve di materiali diversi ed il suo linguaggio caratteristico si evolve a seconda delle caratteristiche di quei materiali. Il bronzo diventerà il materiale preferito per tutte le sue opere, grandi e piccole.

Nel 1960, si reca negli Stati Uniti per documentarsi sulla possibilità di applicare alla scultura procedimenti industriali. In tutte le sue opere rimane tuttavia fondamentale, accanto alla ricerca tecnologica, la componente artigianale. L'esperienza statunitense lo porta ad insegnare in varie università americane come quella di Stanford, quella della California e quella di Berkeley, nonché al Mills College di Oakland.

Il successo internazionale e la magia della sua grande arte, gli procurano   numerosi riconoscimenti, tra cui quelli della São Paulo Art Biennial

(1963) e quello della Biennale di Venezia (1964) nonché il premio Henry Moore del Museo giapponese di Hakone (1981). Nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, nel 1996 ha costituito la “Fondazione Arnaldo Pomodoro”, per dare vita a un centro di documentazione e studio della sua opera e della scultura contemporanea.

Tra le sue opere più importanti, la “Sfera Grande”, creata per l'esposizione universale di Montreal (1966-67), si trova ora a Roma davanti al Ministero degli Affari Esteri alla Farnesina, simile a quella collocata a Pesaro in una posizione privilegiata della città, nel Piazzale della Libertà. Mentre a Segrate per la sede della Mondadori c'è la “Colonna a Grandi Fogli” realizzata nel 1972-75. La “Triade” del 1979 è nel famoso PepsiCo Sculpture Garden di New York insieme ad opere di Auguste Rodin, Henry Moore, Alexander Calder e Alberto Giacometti.

 

Altre sue opere famose sono il “Disco Solare” collocato nel 1991 a Mosca davanti al Palazzo della Gioventù, “Papyrus” del 1992 collocato in Germania a Darmstadt, nei giardini del Palazzo delle Poste e Telecomunicazioni.

 

Il Centro per le Biotecnologie Avanzate di Genova gli ha commissionato nel 1993 un'opera monumentale rappresentante le Fonti della Ricerca e due anni dopo Pomodoro ha realizzato per il Comune di Rimini una scultura per commemorare Federico Fellini. Nel 1996, a New York, nel piazzale del palazzo delle Nazioni Unite è stata collocata “Sfera con sfera” un'opera di oltre tre metri di diametro. Ha progettato inoltre il portale del Duomo di Cefalù in Sicilia e alcune opere destinate alla chiesa di Padre Pio, progettata da Renzo Piano.

disco grande"The sculpture that marks the entrance to the Cà del Bosco company is a tribute to the sun that gives rise to life" Arnaldo Pomodoro

Alla serie delle Sfere, la più famosa dell'artista, si aggiungono altre opere come il “Grande Disco”, una scultura bronzea di grande impatto visivo. È considerata una delle opere più significative dell'arte di Arnaldo Pomodoro, che ha cercato di rappresentare nella sua scultura la proporzione dell'uomo che per Leonardo è inscritto nel cerchio. Consiste in un doppio cerchio di bronzo dorato posto su una struttura girevole al centro di un'aiuola. Nel contrasto tra il verde del manto erboso e la lucentezza metallica dorata del disco, c'è tutta la forza creativa dell'artista.

Creato nel 1972, il “Grande Disco” viene installato il 12 ottobre del 1976 in Piazza Ducale a Vigevano, ma appare subito non gradito in quel contesto per l'evidente contrasto tra l'antico e il moderno. Tre anni dopo, a seguito di aspre polemiche, la scultura viene spostata a Milano. Dapprima destinata a Piazza Meda, poi, a causa dei lavori per la metropolitana milanese, la scultura viene posizionata davanti al Piccolo Teatro di Brera, a Lanza. Rimane lì per ben quattro anni e finalmente viene collocata in Piazza Meda, dove ora è possibile ammirarla.

disco grandeA Sfera by Arnaldo Pomodoro

Il “Grande Disco” viene considerato come una delle opere più significative di Arnaldo Pomodoro, che ha cercato di dare alla sua scultura un senso di torsione per renderla più viva. Tutto ruota intorno al punto centrale che rappresenta la testa e fa da perno per dare un senso di rotazione alle gambe e alle braccia aperte. Il doppio cerchio di bronzo dorato è posto su una struttura situata sull'aiuola, così da creare un senso di torsione che la rende più viva. Notevole è il contrasto tra le linee rette e rigide che incidono il disco e la dinamicità delle sue linee curve.

A dare vita alle opere di grandi dimensioni di questo straordinario artista è la coerenza nell'associare la loro monumentalità esteriore alla minuta precisione delle strutture interne. Arnaldo Pomodoro, romagnolo di nascita e milanese di adozione, vive e lavora tuttora a Milano accanto alla Darsena di Porta Ticinese.

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Three-dimensionality and monumentality in his work express the interior world of this great Italian artist.

It is difficult to speak about Arnaldo Pomodoro without mentioning Giò Pomodoro, his brother. Both are world-famous artists, sculptors admired in every corner of the planet. Very similar in their creativity and in the execution of their work, people often confuse one for the other. Born in the Romagna region, they both chose Milan as they city that inspires their art, inspires their lives.

disco grandeArnaldo Pomodoro

Arnaldo, the older of the two by four years, is famous for his metallic spheres that seem to be dismantling themselves before the very eyes of onlookers, who are astounded by the contrast between the smooth sheen of the external surfaces and the half-hidden complexity inside. The cogs and wheels in the spheres’ depths are a metaphor for the world itself.

“The sphere is a marvellous form, from the world of magic, whether made of crystal, bronze or full of water … it reflects that which surrounds it, creating such a contrast that at times it transforms, becoming invisible, leaving only its interior, tormented and corroded, full of teeth […] What pushes me to make spheres is the impulse to break up these perfect elements …”.

“Sphere No. 1” was created for the Church of Rome in 1960 and is now a courtyard in the Vatican Museums. Others followed, spread throughout the world: the seat of the United Nations in New York, the Christian Theological Seminary in Indianapolis, the Teheran Museum of Contemporary Art, and the University of Tel Aviv in Israel, to name a few.

disco grandeThe “Grande Disco” of Arnaldo Pomodo is exhibited on Filippo Meda Square in Milan

After studying to be a draughtsman, Arnaldo Pomodoro began working alongside his brother Giò. He moved to Milan in 1954 and just a year later he had a series of large sculptures on display at the Galleria del Naviglio. The pieces had a recurring theme of columns, broken spheres, or the magical symbol of the wheel. Slowly his typical informal idiom developed, adapting each time according to the characteristics of the materials used: first silver and gold for jewellery, then wood, iron, cement and bronze, which would become the base material for both works of small dimensions and the monumental sculptures that made him famous.

In 1960, he went to the US to research the possibilities of using industrial methods in sculpture. In all of his work, however technologically informed, the artisanal component remains fundamental. His American experience included teaching in several universities, including Stanford, Berkeley, and Mills College in Oakland.

The international success of his art earned him numerous awards at events like the São Paolo Art Biennial (1963), the Venice Biennial (1964), and the Henry Moore prize from the Hakone Museum in Japan (1981). Inducted as a Knight of the Great Cross of the Italian Republic in 1996, he went on to create the Arnaldo Pomodoro Foundation as a centre for archival collection and study of his work and of contemporary sculpture.

disco grandeThe “Cancello solare” (1987) by Arnaldo Pomodoro for company Ca' del Bosco, a Erbusco, Lombardy. Photo Alessio Marcoccio/Giulia Dominici

Among his most important works, the Great Sphere was created for the 1966-67 World Expo in Montreal and now stands in Rome, in front of the Ministry of Foreign Affairs. There is a similar one in a central position in the city of Pesaro. His Column with Big Leaves, made between 1972 and 1975, can be found at the headquarters of the Mondadori publishing group just outside Milan. The 1979 Triade is in the famous PepsiCo Sculpture Garden in New York, along with works by Auguste Rodin, Henry Moore, Alexander Calder and Alberto Giacometti.

Some of his other well-known works include Solar Disc, placed in 1991 in Moscow, and Papyrus from 1992 in Darmstadt, Germany. In 1993, the Centre for Advanced Biotechnologies in Genoa commissioned a monumental work representing Sources of Research, and two years later Pomodoro created a sculpture commemorating Federico Fellini for the city of Rimini. His Sphere within a Sphere, more then 3 metres in diameter, was placed in 1996 in the square in front of the United Nations building in new York. He also designed the door of the Duomo of Cefalù in Sicily, as well as several works destined for the church of Padre Pio, designed by Renzo Piano.

disco grandeArnaldo Pomodoro's “Freccia” (Arrow), exhibited at Unesco in New York

Pomodoro’s Great Disc is a bronze sculpture of particular visual impact. It is considered one of his most significant works, representing human proportions as Leonardo da Vinci did in his circle. The sculpture consists of double discs of gilded bronze mounted atop a spinning post in a grassy space in the middle of a busy square. In the contrast between the green of the lawn and the shiny gold metallic brilliance, we see all the creative power of the artist.

The 1972 Great Disc originally appeared in the town of Vigevano, but the juxtaposition of old and new ruffled local feathers. Following 3 years of sharp debate, the sculpture came to rest in Piazza Meda in Milan. The discs themselves seem to take on human form, with arms and legs spread wide, with a marked contrast between the straight, rigid lines carved deep into the surface and the dynamism of its graceful curves.

This extraordinary artist imbues a sense of life into his largescale works through the interplay of external monumentality and the minute precision of the internal structures. Arnaldo Pomodoro lives and works in Milan near the docks at Porta Ticinese.

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