“Liolà” by Luigi Pirandello at the Manzoni Theater in Milan
Con la riapertura dei teatri a Milano e in tutta Italia, abbiamo invitato Carlo Sciacca Prinzhofer, autore e imprenditore teatrale, impegnato da sempre in ogni genere di attività legata al teatro, collaboratore di grandi autori, scenografi e registi, scrittore e produttore di spettacoli colti e amante incondizionato del teatro, a parlarci dell’essenza vera del teatro e dell’arte della rappresentazione di un testo teatrale, dramma o commedia, che ci è mancata molto negli ultimi mesi di pandemia.
Carlo Sciacca Prinzhofer, author and theatrical entrepreneur
“Come la Poesia e la Verità ha molti volti. Parlarne non è impresa facile perché sono porte aperte della percezione. Sentimenti intimi. Personali. I teatri sono luoghi di incontro di differenti alchimie, che si intersecano sulle tavole scricchiolanti dei palcoscenici. In platea spettatori dalle diverse sensibilità attendono “qualcosa”, che non è presente. È evocata. Assenza nella presenza. Per questo sostengo che il teatro semplicemente: 'È'. ”
“Così come quelli che lo frequentano-semplicemente: ‘Sono’. Interpreti che sanno sentire, non solo con l’udito, ciò che gli è più congeniale. Come più gli piace. Se così è.”
“A volte il teatro può essere come un cavallo senza redini. Docile e nervoso al tempo stesso, intollerante e solidale, classico o rivoluzionario, fantastico o similreale. A volte come un poeta solitario e maledetto, inclusivo, tragico, che può passare al volo dalle commedie di Scarpetta a Pirandello, da Shakespeare a Molière, da Goethe a Čechov.”
“La Cenerentola for children” at La Scala Theater in Milan
“Un immenso giardino non solo di ciliegi dove nasce-cresce e finisce, al calar del sipario, la Vita Rappresentata; ma solo per rinascere nel prossimo spettacolo in uno dei suoi mille volti diversi. Come fa l’arte in genere e la poesia in particolare. Come insegna Mnemosine, madre di tutte le arti. Senza frontiere, ricordandoci che si possono utilizzare tutti i cinque sensi insieme.”
“Noi siamo il laboratorio dove si sviluppano le passioni, dove ci si espone, malgrado tutto e tutti, malgrado il pericolo che, nostro malgrado, sappiamo reale, che può portarci al patibolo, da cui il verbo patire. È in mezzo al caos che ci circonda che ci ritroviamo così, spesso confusi e distratti, tanto a volte da non sentire più l’urlo a squarciagola della nostra anima che grida dalla scena di un palcoscenico, mentre una folla di gente incastrata in poltrone più o meno comode va alla disperata ricerca di sé stessa, immergendosi in un caleidoscopio di parole che diventano suoni in movimento. Come succede nella vita. Il teatro “È”… voce del verbo essere.”
The actor Stefano Accorsi at the Pergola Theater in Florence: “Confessioni di un Teatro”
“Meccanismo complesso di trasmissione, lo spettacolo dal vivo; compiacimento, sano narcisismo anche, e soprattutto narrazione. Racconti del passato filtrati al presente, proiettati nel futuro. Il teatro contiene ciò che gli è possibile conservare. E lo fa come può. Con orgoglio. E dignità. Al di là dei risultati.”
“Non è pellicola, né dipinto; non è scultura, più spesso è stampa, testo che si può allungare, accorciare, togliendo o lasciando il superfluo, è lavoro di gruppo: l’autore scrive, il regista trasforma, così il pubblico può portarselo dove vuole, può giocarci da solo, magari in strada, come a Napoli, ad esempio, quando i bambini interpretano tutti i ruoli facendosi ‘compagnia’.”
“Poi lo faranno da grandi, forse nel buio di una sala. Uniti da un sacrale silenzio. Li rende proprietari di ciò che accade sulla scena, divideranno i personaggi, i ruoli e le funzioni, partecipando a emozioni condivise, spartendosi molti perché e troppi dubbi, scambiandosi “caratteri” e “rimandi”, rincorrendo quello che non c’è. Una gara di sentimenti, di ogni genere.”
Rosario Galli and Caterina Shulha in "Uomini separati" (Separate men), a story of friendship between men at the Teatro dell'Angelo in Rome.
“La vita! Grande spettacolo dal vivo. E, come al circo, prezzi diversi per differenti biglietti. Bambini che saranno uomini che accompagneranno bambine che diventeranno donne che faranno bambini. Donne e uomini in una grande giostra di immensa umanità. Questo il teatro rappresenta. Una dimensione altra dell’esistenza, consacrata e proiettata; dove i problemi non sono legati soltanto alla sopravvivenza.”
“Uno degli Dei del teatro è il Fato; con i suoi eroi, i suoi incroci fatali, la sua “Ira”, come ce la raccontano Sofocle, Eschilo, Aristofane, Euripide e gli altri drammaturghi dell’antica Grecia e gli stessi romani, descrivendoci la ‘Polis’.”
“Il Teatro ha in sé tutte le relazioni umane nessuna esclusa, narrandoci dei molti conflitti sociali, o dove il concetto di “maledizione” è spesso prodotto dai sensi di colpa; virus mortali che si trasmettono dall’uno all’altro, “Peste” che si riscatta solo con il “Dolore”, sostantivo maschile, e con la “Sofferenza”; sostantivo femminile, unione sacrificale per chiedere al Dio che c’è in ognuno di noi di placarsi, pregandolo di essere arbitro imparziale.”
An exciting evening at the Studio Frigia Theater in Milan
“È lui, questo Dio bonario, che ritroviamo in teatro. Simmetrico, finalmente (quasi) sereno, almeno per il tempo che il gioco polivalente del teatro si renda utile e (perché no?) conveniente, nella comunicazione di similitudini, che dal palcoscenico conducono alla platea e viceversa. È un tacito patto; è come una eco di montagna. Riporta “sussurri e grida”, respiri profondi, quasi di scampato pericolo, è il dialogo tra attori e spettatori per riuscire nell’impresa ardua che annulla la distanza tra loro, srotolando il filo dei molti volti della Poesia. Poesia grande meretrice dai buoni sentimenti, ed il Teatro, suo aristocratico protettore dal cuore d’oro, che può redimerla, salvandola dalle banali ordinarietà. Coppia fantastica il Teatro e la Poesia, che sa frantumare magistralmente le regole imposte dai luoghi comuni, dalle mode conformistiche del momento, dal compulsivo presenzialismo dell’esserci a tutti i costi.”
The sky curtain at the Ambra Jovinelli Theater, in Rome
“Proprio così, come predicano dai loro pulpiti, eretti sulla sabbia, i sacerdoti dell’ovvio, i soldati del solito “buon senso comune”, i guerrieri feroci del politicamente corretto. Aberrante. Autocensurante. Autopunente. Non è così che si cancella l’arte e la storia? Non è così che rinneghiamo noi stessi? Il Teatro non è tutto questo, è invece costruzione di parole in armonia con i liberi pensieri, e, come la Poesia, fa molte domande che non sempre necessitano di risposte.”
Actor, director and acting teacher in Milan Stefano Fiorentino
“Il Teatro e la Poesia sanno come esprimere musicalità anche senza orchestra. Sono architetture più o meno eleganti, ma comunque autentiche, quindi comunque belle. Agiscono insieme come fa un soffio di vento, che alla stessa maniera, smuove sia le creste delle onde del mare che le cime dei filari di vite, o le spighe in un campo di grano. C’è nel teatro un vento misterioso, oscillante, fatto di monologhi e dialoghi tra anime che si rincorrono con la speranza di ritrovarsi. Perché il teatro appunto: “È”.
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With theatres reopening in Milan and throughout Italy, we invited Carlo Sciacca Prinzhofer, author and theatre entrepreneur, to speak with us about the true essence of the art of representation of a theatrical text.
The audience at the Piccolo Theater, in Milan
“Just like Poetry and Truth, the Theatre has many faces. The theatre is a gathering place with an alchemy all its own, meeting on the creaky planks of the stage. In the gallery, spectators of various sensibilities expect ‘something’, something that isn’t really there. It is merely evoked. Absence in presence. The theatre simply ‘Is’.”
“Sometimes the theatre can be like a horse with no reins. Docile and nervous at the same time, intolerant and cooperative, classical or revolutionary, lifelike or pure fantasy. At times it is a tragic lonely poet, but able to fly in the blink of an eye to the comedies of Scarpetta and Pirandello, Shakespeare and Molière, Goethe and Chekov.”
“It is an immense orchard, but not just of cherries, where Represented Life is born, grows and dies with the fall of the curtain, only to be reborn with the next show, in one of its thousand different faces. It is without borders, reminding us that we can use all five senses together.”
From left to right: the show "Ferzaneide Sono io" by, and with, Fersan Ozpetek at the Ambra Jovinelli Theater in Rome; Fersan Ozpetek, director and actor and Marco Balsamo Theater producer
“We are the laboratory where passions are developed, where everything is put on display, in spite of the very real danger of suffering. It is in the midst of the chaos that surrounds us that we gather together, often so confused and distracted that we can no longer hear the wild cry of our own soul screaming from the stage, as a crowd of people ensconced in their not-quite-comfortable chairs is engaged in a desperate hunt for themselves, immerging themselves in a kaleidoscope of words that become sounds and movement. Just as in life. The theatre ‘Is’.”
“It is neither film nor painting, it is not sculpture. More often it is print, text that can be lengthened, shortened, cutting or leaving the superfluous. It can be played alone, as in the streets of Naples, where children take on all the roles, keeping each other “company”. They do it again when they are grown, perhaps in a darkened room, united in a sacred silence that makes them the owners of what happens in the scene, dividing up the roles and functions in shared emotion, chasing after what is not there.”
Rehearsals at the Studio Frigia Theater, in Milan
“Life! And, as at the circus, different prices for different tickets. Boys who will become men who will accompany girls who will become women and have children. Women and men on a great carrousel of immense humanity. This is what theatre represents. A dimension outside of existence, consecrated and protected, where problems reflect more than simple survival.”
“One of the gods of the theatre is Fate, with its heroes, its destined encounters, its wrath, as recounted by Ancients. The theatre embraces all human relations, where the concept of “curse” is often the product of a sense of guilt, that mortal “Plague” redeemed only by “Pain” and “Suffering”, a sacrificial union pleading with the God in each of us to subside. It is this good God that we meet once again in the theatre.”
“It is a tacit pact, like an echo in the mountains carrying “whispers and screams”. It is the dialogue between the actors and the audience, eliminating the distance between them, unveiling the many faces of Poetry, that great harlot of noble intent, and the Theatre, her aristocratic protector with a heart of gold, able to redeem her, saving her from banality.”
A performance of Massimo Ranieri at the Teatro Nuovo, in Milan
“Theatre is the construction of words in harmony with free thought, and, as with Poetry, it poses many questions that do not always require a response. Theatre and Poetry make music even when there is no orchestra. Their architecture can be more or less elegant, but it is always authentic and thus beautiful. Together they are like a breathy breeze, moving the waves on the sea, the leaves on the vine, the fields of golden grain. There is in the theatre a mysterious winding wind, made of monologues and dialogues between souls running hither and yon in the hope of finding each other. Because theatre ‘Is’.”
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