Il sistema relazionale in crisi. Anna Calvenzi

Coach e counselor, Anna Calvenzi unisce alla profonda e solida conoscenza del mondo aziendale (maturata anche grazie alla passata carriera di head hunter), un’insaziabile golosità di sapere. Guida infatti gruppi di lavoro e team coaching con i comitati direttivi di numerose società.

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Nel 2011, Anna Calvenzi insieme a Sara Fontana e Rosanna Orlando, ha fondato ‘Acoté’, uno studio che costruisce, insieme ai suoi clienti, percorsi innovativi per lo sviluppo delle organizzazioni e delle persone, con l’intento di mettere a punto la migliore combinazione possibile tra aspettative individuali e aziendali. L’approccio è insito nel nome dello studio ‘Acoté’, che viene dall’espressione francese “à côté”, “a fianco”.

QualityMilan ha chiesto ad Anna Calvenzi di parlarci delle difficoltà delle relazioni umane e aziendali nel difficile periodo che stiamo attraversando.

Anna, con il nome dello studio ‘Acoté’, qual è la vostra filosofia?

“Vogliamo metterci a fianco delle persone. Essere a fianco significa non giudicare e non guidare: significa prima di tutto capire e accompagnare. Essere lo specchio delle potenzialità dell’altro, l’officina della sua evoluzione, i testimoni dei suoi successi. Questo significa far leva su risorse che sono inespresse e comprendere qualcosa che non è così chiaro e visibile, senza dare niente per scontato. Accompagniamo dunque il cliente per comprendere e misurare il potenziale di cui già dispone; sviluppare le competenze sia individuali che di gruppo.

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Tra le vostre missioni, fate anche del ‘counseling’, in cosa consiste?

“Il counseling professionale è un'attività il cui obiettivo è il miglioramento della qualità di vita del cliente, attraverso il sostegno dei suoi punti di forza e delle sue capacità di autodeterminazione. “Siamo ciechi: non vediamo noi stessi e le nostre risorse finché qualcuno, prima, non le vede in noi”, potrebbe essere un punto di partenza. Il counseling offre uno spazio di ascolto e di riflessione nel quale esplorare difficoltà relative a processi evolutivi e fasi di transizione e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento.

Si parla molto di storytelling da qualche tempo, perché secondo lei?

“Le organizzazioni e le persone, per il loro corretto funzionamento e per la loro crescita, non hanno necessariamente bisogno di ottimismo: hanno bisogno di dare un senso a ciò che fanno e a ciò che accade.”

 

“La ‘perdita del senso’ è una delle cause più frequentemente all’origine di situazioni problematiche e/o stagnanti. Strumento di grande potenza e utilità è la scrittura: intesa come mezzo per considerare gli eventi da un nuovo punto di vista e scoprire quale beneficio se ne può trarre.”

 

“Un uso consapevole e mirato della scrittura, facilitato dalla guida di un esperto, consente di chiudere i ‘capitoli’ rimasti aperti, di aprirne di nuovi e di inserire la propria attività quotidiana in una ‘narrazione’ più ampia, in cui sia possibile riconoscersi ed evolvere.”

Il vostro lavoro vi offre un punto di vista privilegiato sul mondo. Aziende, famiglie, privati: che cosa avete osservato in relazione alla pandemia?

“Prima prevaleva la paura, adesso prevale la rabbia (dopo avere visto gli impatti della pandemia sull’economia). Prima i medici erano visti come salvatori e adesso sono visti, a volte, addirittura come persecutori che creano falsi allarmismi. Del resto la situazione è oggettivamente difficile: alcuni hanno perso il lavoro e sono depressi, altri invece sono sottoposti a enorme stress perché lo smart working ha ribaltato le convenzioni tradizionali del lavoro e si rischia di vivere attaccati perennemente a computer e telefono.” 

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Quindi le persone come vivono il fatto di lavorare da casa? Come incide questo sulla vita familiare e di coppia? Prima le persone si sentivano più libere perché potevano andare in ufficio…

“Certo. E poi molti non amano essere visti dai propri figli e compagni/compagne nel ruolo aziendale: ora le circostanze li costringono a esercitare questo ruolo tra le mura domestiche. Molti non hanno lo spazio per poter lavorare in tranquillità, il che genera nervosismi in famiglia. Inoltre l’assenza, di fatto, del diritto di disconnessione, rende il lavoro molto più pesante. Questo unito all’incertezza generale, porta molti al rischio di burn out: alcune aziende ci stanno chiamando proprio perché sono in allarme su questo punto; noi stiamo lavorando sulla prevenzione, il che implica cogliere in anticipo i primi segnali.”

Quanto è difficile oggi per i capi motivare i collaboratori? 

“I capi erano abituati a una cultura del controllo, oggi hanno il dovere di creare fiducia. I manager e i leader contemporanei devono essere dei coach, considerare le persone con bienvieillance e soprattutto come risorse per fare crescere insieme l’azienda. Quindi deve cambiare assolutamente il modo di guidare l’azienda. Le persone devono essere valutate per i risultati e non per quante ore stanno in ufficio o, in assenza dell’ufficio, attaccate al computer. Noi stiamo lavorando molto in questo senso per creare una nuova cultura del lavoro, ma le resistenze sono inevitabili.”

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Anche voi, come molti, avete trasferito il vostro lavoro su piattaforma digitale: com’è fare il coaching o il team coaching su Zoom?

“Molto meglio di quello che pensavamo all’inizio: evidentemente il bisogno di un confronto e di un supporto nell’attuale situazione è talmente forte che ha fatto superare alcune barriere. E poi ci sono alcune persone che, incredibilmente, ci hanno guadagnato: per esempio gli introversi. Molti di loro ci hanno confessato che il fatto di essere a casa propria, in un contesto conosciuto, ha reso più facile aprirsi durante una sessione d'aula.”


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Quindi la pandemia ha avuto anche effetti benefici…

“Diciamo che, a lungo termine, il mondo potrebbe uscirne trasformato e cambiato in meglio; ma perché questo avvenga, occorrono dei presupposti: vanno riscritte le regole del lavoro, innanzi tutto. E forse può essere il momento per un ripensamento dei valori principali che guidano la nostra vita: come spesso succede nei grandi momenti di crisi, il superfluo viene spazzato via e restano le cose importanti.”

Cos’è importante per noi oggi? Che cosa ci sta insegnando la pandemia?

“Una delle cose più evidenti è che, abituati a correre come pazzi da un capo all’altro della città o del mondo, abbiamo dovuto fermarci e imparare a stare: ‘sostare nell’incertezza’, diceva John Keats. Al netto delle lamentele, che cosa ci ha permesso di imparare su noi stessi il fatto di dover stare fermi in un posto?”

Quali concrete iniziative Acoté sta mettendo in atto per offrire supporto - sia ai singoli che alle aziende - in questo periodo?

“Abbiamo incrementato gli sportelli counseling che assistono le persone che lavorano in azienda su qualsiasi tipo di problema, non solo lavorativo. Poi abbiamo attivato numerosi percorsi per preparare i nuovi leader di cui le aziende oggi hanno bisogno. Inoltre stiamo dando vita a iniziative speciali per le donne che, in questo periodo, sono le più impattate dalla crisi.”  

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Quale suggerimento vorreste dare ai lettori di QualityMilan per vivere meglio le loro relazioni?

“Tanto per cominciare, il non vedersi di persona per lungo periodo ha reso le relazioni meno scontate. L’esigenza di apparire ha perso un po’ di significato. Questo influisce molto sui comportamenti: perché tenere in piedi relazioni che mi costano fatica e che sono basate sull’apparenza? Forse è un buon momento per fare pulizia nel proprio sistema relazionale e per decidere cosa vogliamo conservare e cosa no.”

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The Human relationships in crisis. It has never been more difficult. The fear that held us in its grip at the beginning of the pandemic has given way to rage in the face of economic hardship.

 

Coach and Counsellor Anna Calvenzi has a deep understanding of the world of business. She works with the leadership teams of a number of businesses to develop Coachingskill

 

In 2011 Anna Calvenzi co-founded A Coté (‘Alongside’ in French) to assist clients in the creation of innovative programmes for organisational and personal development.

Anna, what is A Coté’s philosophy?

“First of all, neither judging nor guiding, but rather understanding and accompanying. We are a mirror reflecting potential. This means bringing out untapped resources, taking nothing for granted. We accompany our clients in their efforts to understand and measure the potential that they already have and develop both group and individual competencies.”

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What does your Counselling consist of?

“Counselling’s goal is to improve the Client’s quality of life by supporting their strengths and their capacity for self-determination. ‘We are blind, unable to see ourselves and our resources until someone sees them in us,’ is a great starting point. Counselling is a space for listening and reflecting on the difficulties related to phases of transition, to better reinforce the capacity to choose or change.”

There has been a lot of discussion of Storytelling for some time. Why is this?

“People need to make sense of what they do and of the things that happen. Writing is a powerful tool, allowing people to consider events from a new point of view and discover what benefit can be drawn from them. A focussed use of writing, with proper guidance, gives us ‘closure’ of unresolved issues, allowing us to move forward and see our daily activity as part of a larger ‘narrative’.”

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What effects of the pandemic on businesses, families, and individuals have you observed?

“At first it was fear that held us in its grip, now it’s rage (once we saw the pandemic’s impact on the economy). Before, doctors were seen as saviours, now they are at times seen as persecutors crying wolf. Clearly, the situation is difficult. Some have lost their jobs and are depressed, others are subject to tremendous stress because distance working has upended traditional work habits and rhythms. There is a risk of having to live perennially attached to our computers and phones.”

How are people experiencing their work-at-home situations? How has this affected families and couples?

“A lot of people don’t like to be seen by their children and partners in their work roles. Many also lack adequate space to work comfortably, which disrupts the whole family. What’s more, the fact that they can never really unplug, disconnect, makes work much more burdensome.”

 

“This, combined with the general sense of uncertainty, means that there is a real risk of burn-out. We are attempting to work preventatively, so it’s important to notice signs of this as early as possible.”

 

How difficult is it these days for leaders to motivate their teams?

“In the past, leaders counted on a culture of control. Today they need to build trust, but that isn’t easy. First of all, they need to change their ways of being leaders. People must be evaluated according to their results and not by how many hours they spend in the office or connected to their computers. A lot of our work is helping them create a new work culture, but resistance is inevitable.”

anna calvenzi 2Anna Calvenzi, executive coach and counselor in Milan © acote.it

Like so many others, you have moved your work to a digital platform. How can you Coach and Counsel on Zoom?

“Much better than we initially thought we’d be able to. Apparently, the need of support right now is so great that we’ve been able to overcome all obstacles. There are even some who’ve benefitted from the situation. Many introverts have confessed that working comfortably from home has made it easier for them to open up during meetings.”

So the pandemic has also had some positive effects…

“Let’s say that the world may come out of this changed for the better. For this to happen, though, the rules that govern work will need to be rewritten. And this may be the time to reconsider the values that guide our lives. As so often happens in the wake of crisis, the superfluous is swept away while the important things remain.”

What has the pandemic taught us?

“While we used to run wildly from one end of the city – or the world – to the other, we have now been forced to stop and learn to be still, ‘capable of being in uncertainties’, as John Keats said.”

What concrete initiatives is A Coté undertaking to offer support in this period?

“We have more people available to provide Counselling, and not just for work-related problems. We have also developed a number of programmes for the development of new leaders. And we have series of new initiatives specifically for women, who have been the most greatly affected by the crisis.”

What suggestion can you give QualityMilan’s readers to improve their relationships?

“The need to keep up with appearances has diminished. Why should we maintain relationships that tire us and were only for the sake of appearances anyway? This may be a good opportunity to do a little house cleaning in our relationships and decide what we want to keep and what we don’t.”

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