Alessandro Maria Ferreri, l'Intelligence Service per il Lusso

 Alessandro Maria Ferreri, Ceo of The Style Gate © Alessandro Maria Ferreri

Se il mondo del fashion e del lusso avesse un suo sistema di servizi segreti, è molto probabile che tale organismo sarebbe diretto con grande maestria da Alessandro Maria Ferreri. La mole di informazioni di cui può disporre, il timing con il quale ne viene in possesso, la profonda conoscenza del prodotto ed il suo estesissimo network ne farebbero di certo il capo di un ‘fashion Mossad’.
Alessandro Maria Ferreri è un leader nel settore della moda e del lusso. Con grande esperienza ed incredibilmente eclettico, è stato selezionato nel 2020 da Forbes come uno dei 100 manager e imprenditori più influenti d'Italia.
Dopo una carriera ventennale come manager di grandi aziende del lusso come Hermès, Moschino, Etro, Jean Paul Gaultier e Margiela, 6 anni fa ha fondato la sua società di consulenza The Style Gate.

ferreri 2Alessandro Maria Ferreri, Ceo of The Style Gate: “We have the privilege to follow the strategy of several fashion companies and provide advice on branding and development” © Alessandro Maria Ferreri

Enciclopedia ambulante della moda, è uno dei manager più multiformi del momento. La sua attenzione ai dettagli, la sua conoscenza del settore e le sue relazioni al più alto livello lo collocano in cima alla scala. Una persona intuitiva, piena di passione e dedizione al suo lavoro. Poliglotta e viaggiatore frequente, è un vero cittadino del mondo.

Un uomo con una brillante carriera

Dopo un'esperienza (durante gli studi di ingegneria al Politecnico di Torino) presso le Nazioni Unite a New York, nella sezione di ingegneria del Dipartimento delle Operazioni di Pace, Alessandro Maria Ferreri ha studiato, per la sua tesi di laurea, un software che i modellisti di Aeffe Group dovranno utilizzare per costruire modelli CAD (Computer-Aided Drafting). Poi è entrato a far parte del gruppo, che negli anni 2000 comprendeva già i marchi Moschino, Alberta Ferretti, Pollini, Narciso Rodriguez e Rifat Ozbek, dove è rimasto per 8 anni, prima come direttore di produzione, poi come direttore generale per il Medio ed Estremo Oriente. Ha poi trascorso 4 anni alla testa del marchio Jean Paul Gaultier a Parigi, sotto la direzione di Hermès, prima di entrare in Etro dove è rimasto per 5 anni come direttore vendite e merchandising in tutto il mondo. Si è poi unito al gruppo 'Only the Brave' di Renzo Rosso, come responsabile globale del prodotto e delle vendite per tutti i marchi, Marni, Margiela, Dsquared2, Marc Jacobs, Viktor&Rolf.

Sei anni fa ha creato The Style Gate, una società di consulenza nel settore del lusso un po' atipica perché ha un approccio strategico ‘boutique hotel’ su misura. Alessandro Maria Ferreri e Style Gate accompagnano i marchi di lusso in tutti i diversi segmenti di mercato, dallo sviluppo del prodotto alla distribuzione e alla comunicazione.

Oltre a lavorare con marchi affermati, Alessandro Maria Ferreri aiuta anche giovani aziende del settore del lusso e della moda a svilupparsi: “A causa della mancanza di competenze interne, le start-up si rendono conto che è più veloce ed economico affidarsi ad esperti esterni piuttosto che fare tutto da soli”.

Alessandro Maria Ferreri, con anni di esperienza nell'industria del lusso e della moda, è uno dei personaggi più competenti in questo settore, in grado di intuire ciò che accade dietro le quinte e di scoprire nuovi talenti creativi e manageriali.

 

“Un leader di grande ispirazione, con valori forti e un altissimo livello di competenza nella moda e nell'industria del lusso in generale”, afferma Christophe de Pous, presidente di Gucci America.

 

Da qualche tempo, gli imprenditori del lusso e della moda hanno cominciato a considerare il settore alberghiero e della ristorazione di lusso come un possibile investimento parallelo: un modo diverso e originale per rendere un'idea stilistica.

“È importante per l'evoluzione del settore del lusso creare dei piani trasversali: le aziende devono guardare al di là dei perimetri abituali, in modo da attuare delle sinergie o trovare delle nuove opportunità di investimenti. Piani trasversali sono la moda con la ristorazione, l'Interior design con l'automotive, andando al di là dei preconcetti che bocciano progetti altrimenti destinati a dare ottime soddisfazioni. Oggi proliferano le partnership tra brand della moda che si uniscono tra loro per creare delle capsule collection, come di recente Northface con Gucci. Questi, però, sono progetti di brevissimo termine, mentre io da tantissimo tempo promuovo proprio l'andare al di là dei propri ambiti di competenze.”

 

“Generalmente abbiamo difficoltà a pensare che si possa essere creativi e vincenti in due arti o mestieri appartenenti a mondi diversi. Io sostengo invece che non è detto che un bravo stilista non possa anche generare una catena di ristoranti o di hotel meravigliosi, esattamente come un leader nel mondo del food di lusso non possa essere vincente anche nel settore della moda. La realtà mi ha dato ragione. Per esempio, il gruppo LVMH ha acquistato il gruppo Belmond dell’accomodation e ha già dato un forte sviluppo alla catena alberghiera Bulgari.”

 

Alessandro, lei che ha una visione globale dell'industria della moda, come vede i marchi famosi uscire dalla crisi attuale?

“La mia idea è che la rinascita e il mantenere le posizioni è dato dalle persone e non solo dal prodotto. I marchi dipendono dalle persone, dai manager prima di tutto. Sia i marchi che sono sopravvissuti a questa pandemia senza tanti scossoni, sia quelli che addirittura hanno mostrato una crescita, sono rappresentati da una leadership illuminata. Ormai a capo dei brand di moda c'è bisogno di una leadership che sia completamente diversa da quelle del passato, perché il presente è diverso dal passato. Se i personaggi a capo dei brand non sanno essere visionari, il prodotto ne soffre per forza. Oggi abbiamo chiaramente una grandissima offerta a tutti i livelli di prezzo e di raffinatezza, per qualsiasi tipo di occasione d'uso, per cui non c'è bisogno di qualcos'altro, dato che esiste già tutto. Ognuno sceglie un percorso fra i tanti possibili, ma a fare la differenza non è il percorso scelto: è chi guida il treno e come lo guida. E la differenza si fa in termini di comunicazione e di pubbliche relazioni, che non sono più come quelle di una volta, perché si rivolgono a un consumatore completamente cambiato.

 

“Ed è cambiata anche la percezione del prodotto, perché magari si acquista in maniera diversa, attraverso canali digitali e non più in maniera fisica, per cui l’attitudine allo shopping, l’esperienza all'acquisto sono diverse.”

 

“Che si tratti di grandi marchi o di piccoli marchi, chi è sopravvissuto e chi addirittura è riuscito a crescere, non è tanto perché il prodotto è più bello o meno caro, ma perché i leader e i manager avevano preparato l'azienda prima per ogni ‘evenienza’. La visione a lungo termine di un anno di pandemia è solo un piccolo inciampo di percorso in un lungo percorso di una azienda preparata.”

ferreri 2Alessandro Maria Ferreri is one of the most competent leaders in the luxury fashion industry today © Alessandro Maria Ferreri

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Qual è il ruolo dell’artigianato nel Made in Italy?

“Senza l'artigianato non esisterebbe il Made in Italy di lusso. L’Italia è il primo produttore mondiale di lusso e quindi abbiamo una responsabilità nei confronti dei nostri partner mondiali, ma anche la responsabilità di proteggere una filiera produttiva fatta di piccolissimi laboratori che possiedono grandissima maestria. Una grossa parte del mio lavoro è anche quella di sostenere e di far crescere piccole realtà artigiane perché sono uniche nel loro settore e spesso vivono anche problematiche come non poter auto-investire nella propria realtà, difficoltà nei passaggi generazionali. Chi come noi lavora nel lusso ha il dovere morale di salvaguardare l'artigiano all'interno della filiera produttiva. Il know how italiano, la manualità, l'artigianalità, il ‘savoir-faire à l’italienne’ sono fondamentali per produrre lusso e senza tutto questo siamo morti. L'artigianato è il cuore pulsante senza il quale non esisterebbe più il vero lusso.”

La sua ricetta: ‘Immagine, qualità e Made in’. Ci potrebbe spiegare?

“Sì, sono tre ingredienti essenziali per lanciare o ricostruire un marchio, perché sono i tre componenti alla base del motivo per cui noi compriamo qualcosa.”

Prima di tutto l’immagine

“Per esempio, una ragazza compra un bellissimo vestito da sera per andare a una bellissima festa dove vuole essere molto affascinante e magari conquistare un bel ragazzo. Quindi il primo indispensabile elemento è l’immagine. Quel qualcosa che abbiamo addosso ci arricchirà, per presentarci al mondo, secondo noi, in una maniera migliore. Altro esempio: compro un'auto o un paio di scarpe, scegliendo in modo che diano di me un'immagine di un certo tipo.”

 

La qualità è fondamentale: “Le persone si sono rese conto che, a prescindere dalle possibilità economiche, i loro armadi erano pieni di vestiti e che forse era meglio ascoltare il famoso detto ‘comprare meno e comprare meglio’. Dunque l'attenzione alla qualità diventa cruciale anche su prodotti di medium level, laddove prima bastava il branding e si chiudeva un occhio sulla qualità. Adesso la qualità è diventata fondamentale a tutti livelli.”

 

‘Il Made in …’, per identificare il meglio di un territorio

La parte artigianale, la parte del ‘fatto a mano’ e del ‘Made in…’ ha un suo valore perché testimonia le capacità e l'esperienza di uno specifico territorio. Personalmente, non sono necessariamente un fautore del ‘Made in Italy’, nel senso che sono per andare in giro per il mondo a trovare i posti dove le cose possano essere fatte al meglio. Io sono quindi per il ‘Made in…’, cioè per sapere la tracciabilità e la visibilità del percorso del prodotto, che me ne assicuri la qualità. Dopodiché è ovvio che noi in Italia abbiamo tutta una serie di primati e quindi, dal food al fashion e al lusso in generale, tantissime cose rispetto al resto del mondo le facciamo meglio noi.”

Cosa le piace di Milano e come vede il suo sviluppo futuro?

“È una città che è molto migliorata, è molto più internazionale, sicuramente ha perso un pochettino dal punto di vista della moda perché per esempio la Fashion Week parigina è sicuramente più piena e più interessante di quella milanese. Però, noi abbiamo saputo diversificare, diventando molto bravi per esempio con il Salone del mobile e con tutta una serie di iniziative di hospitality o gastronomiche.

 

Milano è diventata molto più bella, ci sono stati anche dei grossi investimenti sulla città. Trovo che le persone siano migliorate e il contesto sia diventato decisamente più internazionale. Tutto questo chiaramente va a supporto di tutte quelle aziende che sono basate su Milano, perché respirando un'aria migliore tutti in qualche maniera diventiamo migliori.

 

“Se Milano con i suoi cittadini, la sua cultura e il suo lusso, riesce a diventare un esempio per gli altri è già una bellissima vittoria.”

ferreri 2“Alessandro Maria Ferreri is an inspiring leader, with strong values and the highest level of competence in fashion and in the luxury industry in general,” states Christophe de Pous, president of Gucci America © Alessandro Maria Ferreri

Alessandro, da dove viene questa sua eccezionale sensibilità alla bellezza?

“La sensibilità ce l’ho nel sangue. Poi, ho avuto la fortuna di essere stato sempre in contatto con cose belle, sia culturalmente che esteticamente, e anche accanto a belle persone. Quello che ho acquisito con l’esperienza è un'attitudine alla ricerca del dettaglio, una capacità essenziale per produrre il lusso, per creare innovazione e per dare una spinta affinché un prodotto diventi ancora migliore aggiungendo alcuni ingredienti speciali che fanno apparire come meraviglioso il prodotto, ma nello stesso tempo non sapresti dire che cos'è che lo fa apparire meraviglioso. Ecco: questo è il mio mestiere.”

A cosa sta lavorando attualmente e quali sono i suoi nuovi progetti, se non sono confidenziali?

“Chiaramente sono confidenziali, ma quello che posso dire è che il mio portafoglio clienti si è molto diversificato. Per esempio, in questo momento sto anche lavorando molto sull’Interior design. Utilizzando l'artigianato italiano del 'fatto a mano', creiamo ambienti bellissimi. La nostra rete di dipendenti di talento, gli artigiani locali, gli impianti di produzione affidabili, i processi innovativi e l'accessibilità a una vasta selezione di materiali ci permettono di fornire un prodotto sostenibile e di lusso per progetti di qualsiasi dimensione.

 

Ho dei bellissimi progetti con ‘Mattec Interiors’, una società di proprietà della famiglia reale del Liechtenstein, che è leader negli arredi su misura di negozi di lusso, case private e spazi commerciali. Costruiscono tutti i negozi di Gucci, Bottega Veneta, Acqua di Parma, Louboutin, Vivienne Westwood, Maison Margiela. Hanno anche importanti progetti di hospitality, come gli hotel Ferragamo, Bulgari o Sheraton. Utilizzando esclusivamente artigianato italiano fatto a mano, creano ambienti bellissimi con marmi, legni, cristalli… tutto Made in Italy.

 

Quando noi entriamo in una bellissima boutique di brand di lusso italiano e che ci sediamo su delle poltrone meravigliose poggiate su tappeti belli, eccetera… tutte quelle cose sono state fatte dagli artigiani che appartengono a questa azienda.”

ferreri 2‘Mattec uses handmade Italian craftsmanship to create beautiful environments such as the Louboutin boutique in Milan’ said Alessandro Maria Ferreri © Mattec

Più che un'icona di moda, lei è un elegante a 360°, che ne pensa?

“Sicuramente è importante come ci si presenta, non solo perché quella è la prima impressione che abbiamo di una persona, ma ci dice anche molto di questa persona in termini di cura, di attenzione al dettaglio, di abitudine al bello e al lusso. Quello che conta non è essere un'icona di moda, ma sono le buone maniere e l'educazione. Io sono di origine sabauda, di origine torinese e sono stato cresciuto in collegio in Svizzera. Fin da piccolo ho cominciato a parlare cinque lingue… Adesso si parla molto di diversità, ma per me il contesto multiculturale e multirazziale è venuto quando ero piccolo. Tutto questo, aggregato all'esperienza, a una grande attitudine al lusso e all’attenzione per il dettaglio, fa poi la persona che magari, appunto, lascia un bel ricordo. Quindi, icona di moda sarebbe in effetti riduttivo e poi, francamente, non mi sento così super fashionable.”

Leggi di più: www.qualitymilan.com

 


 

If the world of fashion had a network of secret agents, Alessandro Maria Ferreri would be its director.

Expansive product knowledge, an extensive network, an intuitive sense of timing, and the massive amount of information at his disposal would make Alessandro Maria Ferreri the perfect leader of a ‘Fashion Mossad’ if such a thing existed.

In 2020, Ferreri was selected by Forbes as one of the 100 most influential entrepreneurs in Italy. Following 2 decades as manager for luxury houses such as Hermès, Moschino and Jean-Paul Gaultier, he established his own consulting business: The Style Gate.

A walking encyclopaedia of fashion, his attention to detail, his knowledge of the sector, and his well-placed connections place him at the the very highest echelons. Highly intuitive, passionately dedicated to his work, a multilingual frequent traveller, Ferreri is a true citizen of the world.

A brilliant career

As a university engineering student, Ferreri studied CAD (computer-aided drafting) applications for designers from the Aeffe Group. He later joined the group – which already included brands such as Moschino, Alberta Ferretti, Pollini, Narciso Rodriguez and Rifat Ozbek – staying 8 years, first as director of productions, then as general director for the Mid- and Far East. He then spent 4 years at the head of Jean-Paul Gaultier in Paris, under the direction of Hermès, before going to Etro, where he stayed for 5 years as director of global sales and marketing. With Renzo Rosso’s ‘Only the Brave’ he served as global product and sales manager for all of the group’s brands: Marni, Margiela, Dsquared2, Marc Jacobs and Viktor&Rolf.

ferreri 2Alessandro Maria Ferreri: “Without artisanship, there would be no Made in Italy luxury products. Italy is the world’s top producer in the luxury market” © Alessandro Maria Ferreri

Six years ago he created The Style Gate, a luxury sector consulting firm whose atypical made-to-measure approach accompanies brands from product development through to distribution and communication.

Alessandro Maria Ferreri also helps young firms to develop: “Start-ups now understand that it is faster and less expensive to call in external experts rather than trying to do it all on their own.”

Alessandro Maria Ferreri is one of the most competent leaders in the luxury fashion industry today. He knows the sector better than anyone, from how things work behind the scenes to the discovery of new creative and managerial talents.

 

“An inspiring leader, with strong values and the highest level of competence in fashion and in the luxury industry in general,” states Christophe de Pous, president of Gucci America.

 

Entrepreneurs have for some time now been looking at the hotel and restaurant sectors as a parallel investment possibility, a way of expressing a stylistic idea not only in apparel or accessories but also via an experience.

“Creating transversal plans is important for the evolution of the luxury sector, creating synergies or finding new investment opportunities. There is now a proliferation of partnerships, fashion brands uniting to create capsule collections, as Northface and Gucci have recently done. These are short-term projects, but I have long worked to push beyond the pale.”

ferreri 2In his journey to marry different areas of luxury such as fashion and food, Alessandro Maria Ferreri and The Style Gate have created, executed and promoted a limited edition box of 4 bottles of olive oils from Galateo&Friends, dressed with the emblematic stamp of Mary Katrantzou © Alessandro Maria Ferreri

“It’s often difficult for us to think that someone can be very creative and successful in two arts that seem to belong to two different worlds. I say that there is no reason that a great stylist can’t also produce a chain of fantastic restaurants and hotels, that someone in luxury dining can’t win in fashion. LVMH, for example, has acquired the hotel group Belmond and has already significantly developed the Bulgari chain.”

Alessandro, do you have a global vision for the fashion industry? How do you see fashion brands on the other side of the crisis?

“I am of the idea that rebirth, retaining position, depends on the people and not just on the product. Brands depend on people, on managers most of all. The brands that have survived this pandemic without too much damage, as well as those who have even grown their business, all benefit from enlightened leadership. A new kind of leadership is required because the present is completely different to the past. Without visionary leadership, the product necessarily suffers. There is such a large supply of products, in every range of price and refinement, that there is no need to come up with a new product; everything already exists. The person driving the train truly does make all the difference. Communications and public relations are nothing like they were in the past because consumers have completely changed.”

 

“Perceptions have changed as well, as products are purchased digitally rather than physically. Attitudes about shopping, the experience of buying, are different.”

 

“The brands, large and small, that have survived or even grown have done so not because the product is more beautiful or less expensive but because the leaders and managers prepared their business for all eventualities ahead of time. With this kind of long-term vision, a year of pandemic is just a small rock in the road.”

What is the role of artisanship in the Made in Italy tradition?

“Without artisanship, there would be no Made in Italy luxury products. Italy is the world’s top producer in the luxury market. We have a responsibility not only to our global partners but to our network of small artisanal workshops as well. Developing these small business is a large part of my job, helping them overcome difficulties like the inability to invest in their own growth or the passage from one generation to the next. We have the moral obligation to protect the artisans in our production and supply lines. Italian artisanal know-how is fundamental to luxury production. Without it, we’re dead. The artisan is the beating heart without which true luxury would simply not exist.”

Tell us a little about your recipe, ‘Image, Quality, and Made-in-…”.

“Yes, these are the three essential elements for launching or rebuilding a brand because they are the three components that motivate us to buy something.”

First of all, the image.

“For example, a young woman buys a beautiful evening dress for a party. Wearing it enriches her, makes her feel fascinating. Another example: I buy a car or a pair of shoes because they afford me a certain image.”

 

Quality is fundamental: “People have understood that their closets are full of clothes that make them realise that they should have listened to the old saying, ‘Buy less and buy better’. Attention to quality is crucial now even to mid-level products, whereas before branding was really all that was required, turning a blind eye to poor quality. Now quality has become fundamental at all levels.”

 

And the ‘Made-in-…” for identifying the best things from somewhere?

Artisanal production, ‘hand-made’, and ‘Made-in-…’ all testify to the expertise and experience of a given place. Personally, I enjoy travelling the world to find where things are made best. I’m a fan of ‘Made-in-…’ in the sense that I am interested in the traceability and the visibility of the product’s path, assuring me of its quality. Of course, we in Italy have a whole range of award-winning products, from food to fashion and luxury in general. There are so many things that we do better than anyone else in the world.”

What do you like about Milan and how do you see it developing in the future?

“It’s become a much better city, it’s more international. It’s lost a bit in terms of fashion… the Paris Fashion Week is certainly larger and more interesting than Milan’s. But we have been able to diversify with an excellent Salone del Mobile (furniture show) and an entire series of initiatives in hospitality and gastronomy.

 

Milan has become much more beautiful, people are lovelier, and it is decidedly more international. This makes me hopeful for businesses based here in Milan because by breathing better air, we all stand to benefit.

 

“If Milan – through her residents, her culture, and her luxury – becomes an example for others, that’s already a wonderful victory.”

Alessandro, where does your exceptional sensitivity to beauty come from?

“I have it in my blood. I was also fortunate enough to be exposed to beautiful things, both culturally and aesthetically, and I’ve met beautiful people. Experience has taught me to pay careful attention to detail, of vital importance to the production of luxury, to the creation of innovations, to the addition of those few special ingredients that make a product appear marvellous, without you knowing exactly what it is that makes it seem so marvellous: that is my trade.”

ferreri 2 “Our first impression can tell us a lot about a person’s attention to detail and their awareness of beauty and luxury. But part of elegance is good manners and education © Alessandro Maria Ferreri

What are you working on these days and what new projects are you considering, if you can tell us?

“Of course they’re confidential, but what I can say is that my client portfolio has become quite diversified. For example, at the moment I’m even doing a lot of work with interior design. Our network of talented staff, local artisans, trustworthy production plants, innovative processes and access to a vast selection of materials allows us to provide sustainable luxury products.

 

I’ve got fantastic projects with Mattec Interiors, a company owned by the royal family of Liechtenstein, leader in made-to-measure furnishings for luxury stores, private homes, and commercial spaces. They make all the stores for Gucci, Bottega Veneta, Acqua di Parma, Louboutin, Vivienne Westwood, and Margiela. They also have projects with hotels by Ferragamo, Bulgari and Sheraton. And they make exclusive use of hand-made Italian artisanal pieces, creating magnificent spaces with marbles, woods, crystal… all made in Italy.”

 

You truly embody elegance in 360⁰, don’t you?

“Our first impression can tell us a lot about a person’s attention to detail and their awareness of beauty and luxury. Being an icon of fashion doesn’t really matter, but good manners do. I’m from Turin and grew up in boarding school in Switzerland. I’ve spoken 5 languages since I was a child. People talk a lot about diversity these days, that’s all I’ve ever known. This aggregate of experiences creates a person who makes a good impression and is remembered.”

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