Alessandro Oteri © Brigitte Pollio
Esclusivo vuol dire destinato a pochi. Può sembrare una limitazione, ma è esattamente il contrario. E il lusso non è il prezzo di un oggetto, ma è la cultura alla base della creatività di quell’oggetto. Immaginare di creare un oggetto del desiderio femminile che potrà essere indossato solo da quindici donne nel mondo, è qualcosa di unico e di geniale. Irripetibile. Se poi quell’oggetto è un condensato di gusto e creatività, per la scelta del disegno e dei materiali, che non sono fini a se stessi, ma rispecchiano la personalità raffinata di chi quell’oggetto l’ha pensato, studiato e realizzato, allora ecco che il lusso e la cultura diventano un tutt’uno.
Il personaggio di cui parliamo esiste davvero, è un gentleman raffinato e cordiale, di bell’aspetto e di una cordialità contagiosa. Pur avendo il suo indirizzo in una delle più celebrate strade del lusso milanese, non ha insegne luminose né richiami pubblicitari per attirare clienti. Riceve per appuntamento nel suo esclusivissimo appartamento-boutique. Alessandro Oteri ha un sorriso luminoso, incorniciato da una bella chioma volutamente disordinata, e dei modi da signore d’altri tempi.
Le pareti della sua casa, i mobili, gli scaffali sono pieni di scarpe, tutti elegantissimi décolletés riprodotti in colori sobri e sfavillanti. Una caratteristica sexy dei suoi modelli è quella scollatura ben calibrata e un po’ osé che lascia intravedere l’attaccatura delle dita del piede femminile. E quei tacchi slanciatissimi che vanno disinvoltamente dai cinque ai dodici centimetri per mettere in risalto la scollatura che è il vero punto di forza di ogni scarpa.
Quello di Alessandro Oteri è un brand di nicchia, che si distingue da tutti gli altri per i concetti di esclusività e selezione. Esclusivo perché limitato nel numero, solo quindici paia per ogni modello, ognuno numerato da 1 a 15 e certificato da una sorta di carta d’identità. Selettivo perché predilige la qualità rispetto alla quantità e in definitiva seleziona i sogni e le sensazioni di un unico modello di calzatura femminile, il décolleté che, a qualsiasi latitudine e indipendentemente dallo status sociale, dal livello culturale, dall’età e dallo stile di vita di chi lo indossa, mette d’accordo tutte le donne.
Décolletés A105 by Alessandro Oteri © Pamela Bargnesi
Qual è il segno distintivo, identificativo di una scarpa di Alessandro Oteri? Come si riconosce un décolleté disegnato e prodotto da lei?
“La mia scarpa è il risultato di una scelta e di uno studio effettuati per conoscere a fondo i desideri e le sensazioni che può suscitare un unico modello di calzatura femminile. La sua linea è esclusiva e senza tempo, ed è il risultato di un grande lavoro di selezione delle eccellenze di tutta la catena produttiva degli artigiani italiani che già producono per i top luxury brand internazionali calzature femminili senza paragoni al mondo.”
Qual è stata l’ispirazione iniziale per immaginare e produrre il primo modello?
“La Liguria, la mia terra di Chiavari. Per esempio, la prima scarpa che ho disegnato ha la forma della scollatura ispirata all’insenatura di Portofino. C’è una parte del taglio che somiglia al profilo del promontorio e poi c’è il taglio della piazzetta, e come firma delle mie scarpe ho scelto il colore blu del mare di Chiavari per la suola. Il bellissimo blu del Mar Ligure. Conta molto per me!”
Il blu, colore prediletto che caratterizza da sempre l’opera di questo designer, è lo stesso delle scatole in cui vengono riposte le calzature. Anche la confezione viene da cartone riciclato e i sacchetti all’interno dei quali vengono disposte le scarpe sono in puro cotone. Tutto rigorosamente in linea, per ottenere la décolleté perfetta.
Per raggiungere un così alto obiettivo, Alessandro Oteri ha studiato e individuato nei minimi dettagli la calzatura più desiderata per proporla in una linea esclusiva e senza tempo, selezionando con cura non solo i materiali più esclusivi, ma selezionando con cura il meglio di tutta la catena produttiva degli artigiani italiani. Modellisti, tagliatori, il meglio dei tacchifici, delle concerie etiche e dei tessuti rispettosi dell’ambiente e, allo stesso tempo, tentando di ridurre i costi di produzione e quindi il prezzo finale del prodotto.
Décolletés Zen by Alessandro Oteri © Alessandro Oteri
A proposito di artigianato, che cosa sarebbe senza la sapienza, la devozione, la manualità dei nostri operatori del settore?
“La risposta è nella domanda ! Penso che l'artigiano italiano sia altamente creativo. Noi italiani, abbiamo avuto sempre mille problemi, ma abbiamo sempre trovato mille soluzioni. Ci siamo sempre specializzati in tante piccole cose, quindi ognuno sapeva fare e sa fare nel suo piccolo la cosa migliore. E poi questi piccoli artigiani, messi tutti insieme, hanno creato questa cosa incredibile dell’artigianato italiano di qualità !”
Quanto conta la sua sensibilità personale nella creazione dei suoi modelli?”
“E’ una compagna di vita, è gioia e dolore, perché se c’è troppa sensibilità si va perfino oltre uno stato di sofferenza. Ma anche questo ti aiuta a cercare la creatività. Io sono ligure e sono nato sotto il segno del Cancro. Quindi per definizione dovrei essere un malinconico. Ma non è vero. E forse mi hanno mandato via dalla Liguria perché ero troppo agitato e parlavo troppo. Quindi per me la sensibilità si esprime nella creatività.”
Alessandro Oteri’s show room © Alessandro Oteri
Quindi, come si presenta, come esplode la sua creatività?
“Tocco prima i materiali, poi immagino il colore, poi un abbinamento, quindi disegno la scarpa. Per essere ancora più preciso, nel mio desiderio stilistico ho preso la decisione di fare solo ciò che mi piace e che mi è congeniale. Con la décolleté posso esprimere la mia sensibilità e per esempio combinare due materiali e due colori.”
La particolarità delle sue décolleté?
“Tutte le mie scarpe hanno un abbinamento diverso, il tacco e il resto della scarpa sono o di materiali o di colori diversi. I due materiali possono essere seta e pelle, o paillettes e cuoio. Poi il colore può essere Leopard stampato e tacco colorato, viola o giallo. L’altra particolarità è che di un modello ne faccio solo quindici paia. Quindi si tratta di una super esclusiva. Io ho cinque altezze dita e di conseguenza diverse lunghezze della punta. Si dice che più si accorciano le gonne, più si accorciano le punte. Viceversa, più la gonna è lunga, più la punta è lunga.”
Décolletés B100 Roar1 Leopard by Alessandro Oteri © Pamela Bargnesi
Dove fabbrica le sue scarpe?
“Sono tutte prodotte in Italia a Parabiago, a circa venti chilometri da Milano, da un bravissimo artigiano. Questo posto di Parabiago ha la reputazione di fare le più belle scarpe d'Italia. Di qualità e leggerezza incomparabili. Dove fabbrico io, c'è la fabbrica di Hermès e quella di Manolo Blahnik per dire!”
Anche Louboutin e Jimmy Choo fabbricano in Italia?
“Solo qui è possibile ottenere risultati eccezionali. Le calzature femminili vengono prodotte in ogni regione italiana. Dal Veneto dove producono René Caovilla e Sergio Rossi, alla Toscana dove Prada e Gucci producono i loro modelli, fino a Napoli e nelle Marche.
Per chiudere, come ha cominciato a fare scarpe? È stato il suo primo lavoro?
“Oh, no. Io nuotavo, facevo lo sportivo, il nuotatore. Poi un giorno, andando a visitare un'amica a casa sua, ho sbagliato di porta e sono entrato in un appartamento dove c'era una fabbrica di scarpe. Davanti a me c'erano tutte queste scarpe in fabbricazione e mi ricordo di avere avuto un senso di appartenenza. Mi è stato tutto chiaro in quel momento. A quell’epoca a Milano avevo un lavoro, ma ho mollato tutto e sono andato in questa fabbrica per imparare il mestiere. Ho avuto la fortuna che lì si fabbricavano marchi importanti e quindi ho appreso cose importanti. Poi alla fine degli anni ’90 ho cominciato a lavorare nella fabbrica che faceva le Manolo Blahnik per il film Sex and the City e quindi, seguendo lui, ho fatto tanta strada. Nel giro di quattro anni mi sono staccato e ho cominciato a disegnare la mia scarpa che mi ha lanciato, e così via. Ho cercato un produttore. E poi le cose importanti sono successe, una dopo l’altra.
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Exclusive means destined for the few. Luxury has nothing to do with the price of an object but rather the culture behind the creativity that object represents.
Imagine creating something that will be worn by only fifteen women in the world. Imagine that this object is a condensation of taste and creativity, in both material and design, reflecting the refined personality of the one who conjured it, formed it, fashioned it.
Alessandro Oteri receives his clients, by appointment only, in his exclusive apartment/boutique. He greets us with a luminous smile in the manner of a gentleman from a time gone by.
Once inside, we see that the walls, the furniture, the shelves all have shoes on display, all pumps of extreme elegance in colours ranging from sober to sassy. Oteri creates only fifteen pairs of shoes per model, each one numbered and carrying a certificate of authenticity. Quality is clearly prized over quantity, offering myriad variations of the pump’s soft sensuality.
What distinctive elements allow an Alessandro Oteri shoe to be easily recognised?
“My shoes reflect careful study to understand the desires and sensations that a shoe can inspire in a woman. We source our materials from Italian artisans who serve the world’s most important luxury brands.”
Sandals design by Alessandro Oteri © Alessandro Oteri
What inspired you to produce your very first model?
“My hometown in the region of Liguria. The first shoe I designed had the shape of the coastline of Portofino. And I chose blue, the colour of the sea at Chiavari, for the sole. That’s important to me!”
Striving for perfection, Oteri has procured the services of the most talented artisans in Italy.
What would artisanship be without savoir-faire and devotion?
“We Italians have always had a thousand problems, but we have always found a thousand solutions. Each one of us is a master of our own small part, but together these artisans have created this magnificent tradition of quality Italian artisanship!”
How much does your own sensitivity influence what you create?
“It’s my companion, both a joy and a sorrow. But for me, sensitivity is expressed in creativity.”
So how is your creativity evidenced? How does it explode?
“First I touch the materials, then I imagine the colours, then a pairing, and then I design the shoe. Long ago I decided only to do what I like. With pumps, I can express my sensitivity by, for example, combining two materials and two colours.”
Décolletés A105 Orange Country by Alessandro Oteri © Pamela Bargnesi
What makes your pumps particular?
“All of my shoes have different combinations, with the heel of either a material other than or a colour different to the rest of the shoe. And, of course, I only ever make fifteen of any given model, so it’s quite exclusive.”
Where are your shoes made?
They are all produced in a town about twenty kilometres from Milan. The town of Prabiago is where Hermès and Manolo Blahnik are made as well.”
Are Louboutin and Jimmy Choo also made in Italy?
“This is the only place where you can obtain truly exceptional results. Women’s shoes are produced in every region of the country. In the area of Venice, for example, there are René Caovilla and Sergio Rossi, in Tuscany Prada and Gucci.”
In closing, how did you begin to make shoes? Was it your first job?
“Oh, no. One day going to visit a friend, I knocked at the wrong door and found myself in a shoe factory. I saw all those shoes being made and it instantly felt like I belonged there. I quit my job in Milan and went to that factory to learn the trade. Toward the end of the 90s, I started working in the factory that made the Manolo Blahnik shoes for Sex and the City. After four years I broke out on my own and began to design the shoe that launched me, and here we are. Then the important things happened one after the other.”
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