Laura Pranzetti Lombardini © dr
Regole superate e irrilevanti per la società di oggi o semplice superficialità? Niente di più lontano dalla verità. Si tratta di qualità della vita, dove la forma diventa sostanza.
Giornalista, autrice, ospite frequente di radio e TV, donna, moglie e mamma. Con ben 7 libri scritti in 6 anni, Laura Pranzetti Lombardini è abituata a gestire una marea di attività ma sempre con eleganza, con gentilezza, e con un bel sorriso dolce e autentico. “I problemi ce li hanno tutti,” ci dice. “In un mondo dove anche ultimamente abbiamo toccato con mano l'imprevedibile, un poco di leggerezza ci deve essere sempre.”
‘Galateo in 5 minuti’’s book by Laura Pranzetti Lombardini presented at ‘Spazio5’
Il suo primo libro, nato quasi per caso, è subito diventato un grande successo editoriale, facendo dell’autrice un vero punto di riferimento in tutto ciò che riguarda il galateo odierno. Il segreto per riuscire in qualsiasi situazione? “Osservare e poi comportarsi come ci farebbe piacere che si comportassero gli altri. E ottimismo sempre, con un sorriso!”
Con due lauree all'attivo e mentre teneva corsi post-universitari, lei ha incontrato per caso un grande del mondo dei libri, il direttore editoriale della Feltrinelli. Da quel dialogo è nato il suo primo libro, Dizionario contemporaneo di buone maniere, una guida rivolta ai giovani, un grande successo. Come è andata? Come ha reagito a un trionfo così spettacolare?
“Dizionario contemporaneo di buone maniere è diventato un long-seller. Ero incredula perché non nasco assolutamente come scrittrice e, anche alla luce di nove libri pubblicati, non mi sento una scrittrice ma un'autrice. In realtà io racconto quello che vedo da angolazioni diverse, per cui sono le buone maniere contemporanee il filo rosso, il filo conduttore dei miei libri.”
“Però da lì c'è anche un aspetto sociologico, nel senso che le buone maniere servono ad aprire le porte e l'educazione serve a cavarsela in qualsiasi situazione. Dalla persona più semplice ai presidenti di repubbliche o di fronte alla Regina Elisabetta, ci sono dei cerimoniali, delle regole, che sono imprescindibili, tra queste la gentilezza e il rispetto.”
Nel 2016 lei ha scritto Uomo e gentiluomo, ovvero Il Manuale pratico del perfetto gentleman. L'anno successivo, Ritratto di signora, ovvero Guida di stile per ogni donna e gentildonna. Chi è più aperto ai suoi suggerimenti, gli uomini o le donne? E chi ha più lavoro davanti a sé per raggiungere dei risultati?
“Spesso mi chiedono se regalare i miei libri può risultare un'offesa. Io lo vedo più come un suggerimento, anche perché in tutti i libri che ho scritto, anche con i co-autori, c'è sempre molta ironia. Ci sono delle citazioni di frasi e c’è l'origine storica che serve moltissimo perché, se si comunica la regola per assiomi uno se la dimentica. Invece se si fa il ragionamento e si spiega perché non bisogna stare con i gomiti sul tavolo, perché non si versa l'acqua con la mano sinistra o perché in un saluto si dà la mano destra, allora se si spiega la motivazione, le persone se ne ricordano. In Uomo e gentiluomo e Ritratto di signora, il primo scritto con Michele D’Andrea e il secondo con Silvia Zavattini, c'è stato anche molto divertimento, molto approfondimento. La stranezza però è che tra i due libri, entrambi di successo, le mogli, le fidanzate, le mamme, hanno preferito acquistare molto di più Uomo e gentiluomo, forse per dare un input ai coniugi, ai fidanzati, ai figli. Noi pensiamo che forse l’uomo tenga meno della donna alla forma, ma ci tiene molto anche l'uomo.”
Un certo numero di usanze sembrano andare contro le buone maniere tradizionali. Nel suo libro Galateo in 5 minuti - Regole di stile e bon ton in pillole lei ha scritto: "Non dite, ‘piacere’, 'enchanté', 'encantado'... perché non sapete se sarà un piacere. Pronunciate il vostro nome o nome e cognome se siete in una situazione formale. Se qualcuno vi presenta, è sufficiente sorridere. Al momento del commiato invece, se è stato un piacere, dovrete dichiararlo.” Ma è talmente comune dire una di queste formule di cortesia al primo incontro che, se non diciamo nulla, rischiamo di offendere. O non è così?
“Se uno dice ‘Piacere!’, non ha importanza. Noi rispondiamo ‘Laura’ o ‘Laura Pranzetti Lombardini’ a seconda dei contesti. Non è che siamo silenziosi, a volte è anche più significativo un bel sorriso comunicativo anziché dire ‘piacere’ se ci dicono ‘piacere’, non ha importanza. Invece è corretto se lo è stato realmente alla fine di un incontro dire: ‘E’ stato un piacere conoscerla!’ nel senso ‘spero di rivederla’. E l’ ‘arrivederci’ è una promessa, è una continuazione magari di una conoscenza che può essere lavorativa, amicale, sociale. Un ‘piacere’ e un ‘arrivederci’. Dobbiamo imparare in questo periodo in cui siamo stati anche per forza di cose molto più attaccati ai social a soppesare le parole. Già il trend era quello di lasciare le parole un po’ in libertà. Noi abbiamo una lingua bellissima, l'italiano. Ci sono tante sfumature e magari rimetterlo un po’ in gioco fa anche la differenza. Non si tratta di educazione ma di qualità di vita.”
Lei ha detto che lo standard delle buone maniere è flessibile e che dipende molto dal contesto. Un esempio che ha usato è: “Se ci dicono: ‘Buon appetito!’, noi sappiamo che non va detto, ma è peggio far cadere il silenzio, anziché rispondere ‘altrettanto’”. Sembra essere un vero campo minato! Qual è il segreto per fare bene in ogni situazione?
“La buona strada per affrontare ogni situazione è osservare le persone che ci piacciono, bere dei loro movimenti, delle loro parole, delle situazioni, del contesto. Imparare da quelli che sono magari più avanti di noi, osservare molto e porsi anche sempre la domanda: ‘Ma a me darebbe fastidio questo o quest'altro?’, per cui non dobbiamo essere noi a fare qualcosa che ci darebbe fastidio. Sembra la scoperta dell'acqua calda, ma è un ragionamento molto semplice ed efficace, cioè osservare e poi fare come ci farebbe piacere si comportassero gli altri.”
Even the intercom has rules... "Avoid pressing the button for a long time, the sound of intercoms is usually intrusive. No more trilling like it's a coded tune. Annoying as hell. Ringing and walking away thinking they know who rang anyway is presumptuous as is answering..." © buonemanierecontemporanee.it
Qual è il più grande ostacolo sociale al riconoscimento dell'importanza delle buone maniere?
“Il grande impedimento sociale al riconoscimento dell'importanza delle buone maniere, prima di tutto è la presunzione. E poi l'arroganza. Noi apparteniamo a una cultura e a un Paese che tutto il mondo ci invidia. Questo non vuol dire che dobbiamo essere supponenti, anzi. Molto spesso purtroppo ci dimentichiamo di tutto il nostro retaggio ed è più facile omologarci a culture più semplici. Invece dobbiamo mantenere il nostro baluardo italiano di stile, di cultura, di eleganza e di bellezza perché non abbiamo eguali al mondo. L'arroganza c'è ovunque, ma almeno noi abbiamo anche tanto altro per comportarci bene, proprio per la nostra qualità di vita.”
Quali tendenze sociali vede nelle nuove generazioni che le fanno temere per il futuro delle buone maniere in una società civile?
“La tendenza sociale che vedo nella nuova generazione è né più né meno quella portata da un mondo edonistico in cui l'immagine supera il contenuto. Invece le buone maniere e il galateo non superano il contenuto e sono sostanza, cioè la forma diventa sostanza. Un'altra cosa fondamentale: non bisogna mai prendersi troppo sul serio. L'ironia! Attenzione però, l'ironia deve essere anche infarcita di autoironia. E’ molto facile essere ironici, ancor peggio sarcastici solo sugli altri, ma non accettarlo su noi stessi. Bisogna a volte ridere nel profondo, talvolta anche senza farsene accorgere. Però di situazioni divertenti ce ne sono tante. Sono pesanti e quasi maleducati quelli che prendono tutto troppo sul serio. E se non maleducati, faticosi. Un conto è la professionalità, un conto invece crederci troppo. In un mondo dove anche ultimamente abbiamo toccato con mano l'imprevedibile, un poco di leggerezza ci deve essere sempre. Sembra la canzone di Colapesce e Dimartino, ‘Musica leggerissima!’”
Some rules of etiquette at the beach by Laura Pranzetti Lombardini: "Do not lift the sand while walking; do not listen to loud music; do not eat in public shirtless; do not leave the beach as a battlefield; do not play ball or shuttlecock near those who want to rest and be quiet ... © buonemanierecontemporanee.it
Ci sono alcune cose che ispirano ottimismo quando si considera il futuro?
“C’è moltissimo, anche perché io per carattere sono un’ottimista. Dopo la pioggia, di cui tutti si lamentano – a parte che a me piace anche la pioggia – comunque, per forza di cose, ci deve essere il sole. Con mano ho toccato che uno può avere anche qualche delusione, però se è ottimista si pone in una certa maniera. Anche il sorriso, la gentilezza, portano a una sorta di ottimismo perché la vita ci abbraccia di più. I problemi ce li hanno tutti, nessuno è escluso. Però lamentarsi fa essere faticosi. Un conto è comunicare, un conto è lamentarsi, perché non porta a nulla. Naturalmente si può nascere più positivi o più con un carattere negativo. Ma anche l'ottimismo è un lavoro su sé stessi e fa parte un pochino anche qui dell'educazione nei confronti degli altri. Noi non possiamo affaticare gli altri. Affaticando gli altri affatichiamo anche noi stessi e se non altro i rapporti con gli altri. Per cui, ottimismo sempre, con un sorriso!”
Nel 2019 lei ha lavorato con Francesca Pica al libro In viaggio con stile - Suggerimenti e consigli per vivere con disinvoltura i viaggi del terzo millennio (Gribaudo). Poi è arrivato l'annus horribilis della pandemia. Ora che il mondo del turismo ha ripreso a girare, il rispetto per gli altri è più importante che mai. Ha qualche aggiornamento che rifletta questa nuova situazione?
“Ricordiamoci che il sorriso sprigiona i neuroni a specchio, un po' come lo sbadiglio. Se noi vediamo qualcuno sbadigliare ci viene da sbadigliare! Se noi chiediamo un'informazione col sorriso, abbiamo più facilità nell'ottenere una risposta e dell'attenzione. Ma soprattutto chiamiamo il sorriso dell'altra persona. E sorridere toglie anche le rughe! Il libro di Francesca Pica che ho curato, è un libro davvero interessante, uscito qualche mese prima della pandemia. In viaggio con stile ha bisogno di un rilancio attuale perché riapriranno le frontiere. Ma anche qua la base è conoscere il popolo presso il quale andiamo momentaneamente ad essere ospiti. Siamo noi stranieri che ci dobbiamo adattare agli usi e costumi. Questo va a profitto della nostra cultura, del nostro bagaglio culturale, che solo i viaggi possono portare. E’ un libro uscito in un momento insospettabile che però va rilanciato. E’ scritto benissimo! Ci sono dei luoghi stupendi, delle chicche vere e proprie, e non necessariamente ostentate, costose, ma delle situazioni di grande qualità.”
Lei vive tra Milano, Roma e la Liguria. Nota una differenza nelle maniere in questi luoghi? Milano, per esempio, è più internazionale...
“Mi sento una grande fortunata, forse devo prendere una casa per le vacanze in Sicilia o nelle isole e poi sono a posto! Vivo del bello di tutti questi tre luoghi. A Roma m'illumino d'immenso. Milano è lo stile, e la Liguria è respirare il mare a pieni polmoni. Quando vado a Milano per lavoro, il lavoro per me diventa una scusa perché io prendo una boccata di ossigeno mentale. Milano è molto, molto stimolante e dinamica, la guardo sempre con occhio attento e ammirato. Roma è una bellissima signora un po' stanca che però è sempre una gran bella donna. La Liguria è montagne, mare, campagna, profumi… è la natura per me. Ma le mie due città d’elezione sono Roma e in assoluto Milano.”
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Outdated rules irrelevant to today’s society or mere superficiality? Nothing could be further from the truth. It’s about quality of life, where form becomes substance.
Journalist, author, frequent guest on radio and TV, woman, wife and mother. With 7 books in 6 years, Laura Pranzetti Lombardini is used to managing an ocean of activities, but always with elegance, kindness, and a sweet sincere smile. “Everyone has problems,” she says. “We’ve recently experienced just how unpredictable the world can be. In such a world, there should always be a little levity.”
Following a chance encounter with one of the greats of the publishing world, she wrote her first book, Contemporary Dictionary of Good Manners (Gribaudo, 2013). It was an instant success, establishing the author as a real point of reference for all that concerns manners in the modern world. The secret to succeeding in any situation? “Watch, and then behave the way you wish others would. And optimism always, with a smile!”
Laura Pranzetti Lombardini, with 2 degrees under your belt and while teaching post-university courses, by chance you met the editorial director of the great publishing house Feltrinelli. The result of that dialogue was your first book, Contemporary Dictionary of Good Manners, a guide geared toward young people. It was and remains a tremendous success. How did you react to such a spectacular triumph?
“The book has become a long-seller. I couldn’t believe it because I was certainly not born a writer, and even with 9 successful books behind me, I consider myself more author than writer. I write what I see from various angles, so the common thread in my books is contemporary good manners. Good manners open doors and help us manage any situation. Whether dealing with simple people or powerful presidents or Queen Elizabeth, there is a ceremonial, there are rules that cannot be ignored, and among these are kindness and respect.”
In 2016 you wrote Man and Gentleman: Practical Guide for the Perfect Gentleman. The following year, Portrait of a Lady: Style Guide for Every Woman and Lady. Who are more open to your suggestions, men or women? And who’s got more work ahead of them?
“I am often asked if giving my book as a gift might not be taken as an offence. I see it more as a suggestion, because in all the books I’ve written there’s quite a lot of irony. There are numerous citations, and historical origins are very useful. If a rule is simply recited to us, we forget it. But if someone explains why we shouldn’t sit with our elbows on the table, or that we shouldn’t pour water with our left hand or why we should always greet people with our right hand… in short, if we explain the motivation behind the rule, then people remember it. Man and Gentleman and Portrait of a Lady both contain lots of fun and plenty of explanation. The strange thing is that, though they were both successful, wives, girlfriends, mothers, bought Men and Gentlemen much more frequently, to give to their spouses, their boyfriends, giving them a little input. Women are raised with some degree of this information, but men are interested as well.
"The heel has become a must in order to be fashionable but, in etiquette you must always mediate between what is trendy and what is style. The famous 5 cm is, in fact, the heel adopted by managers who must maintain their style but always be at ease." © buonemanierecontemporanee.it
There are a number of social customs that seem to run counter to traditional good manners. In your book Good Manners in 5 Minutes: Style Rules and Bon Ton in Pill Form (Gribaudo, 2018) you wrote, “Don’t say ‘It’s a pleasure to meet you’, ‘enchanté’, ‘encantado’… You don’t yet know if it’s a pleasure. Say your name, or your name and surname if you are in a formal situation. If someone introduces you, it’s enough just to smile. When taking your leave, though, if it was a pleasure, you should say so.” But it is so common to say one of those polite words or phrases when first meeting that if we don’t say anything, we risk offending. Or is that not so?
“If the other person says, ‘Pleasure’, that’s fine. We can respond with ‘Laura’ or ‘Laura Pranzetti Lombardini’, depending on the context. It’s not as though we’re just remaining silent, saying nothing. In any case, sometimes a sincere smile is more meaningful than ‘Pleasure’. When leaving, it is absolutely correct to say, ‘It was a pleasure to meet you’ if it truly was, and the implication is, ‘I hope to see you again’. Our Italian ‘arrivederci’, until we meet again, is a promise, it is a continuation of an acquaintance, whether related to professional, personal or social life. A ‘Pleasure’ is an ‘Arrivederci’. After this period during which we have understandably been very attached to social networks, we need to learn to measure our words. The trend already was to give our tongues perhaps too much liberty. We Italians have a beautiful language. There are so many nuances and taking advantage of that can make a real difference. It’s just a question of good manners, it’s about quality of life.”
In the past you have said that the standard for good manners is flexible and that it depends greatly on context. An example you have used is, “When someone says, ‘Buon appetito’, although we know that you shouldn’t say that, it’s worse if you say nothing rather than responding, ‘Altrettanto,’ [to you as well].” It seems to be a real minefield! What’s the secret for getting it right in any situation?
“Observe people we admire, drink in their movements, their words, the situations and contexts. We can learn from those we deem to be a little ahead of us, watching closely and always asking ourselves, ‘Would this or that annoy me’. We should never be the ones doing things that could annoy others. It may seem like stating the obvious, but the reasoning is simple and effective: observe and then behave as you would like others to behave.”
What is the greatest social obstacle to recognising the importance of good manners?
“Put simply, presumption. And then arrogance. We belong to a culture and a country envied by the entire world. Unfortunately, we often forget our heritage, finding it easier to homogenise ourselves with simpler cultures. But we should defend our bulwark of Italian style, culture, elegance and beauty because there is no equal in the world. Arrogance is everywhere but at least we also have other things to encourage us to behave properly, for the sake of our own quality of life.”
What social tendencies do you see in the new generation that cause you to fear for the future of good manners in a civil society?
“Neither more nor less than what we see brought by a hedonistic world, where image is more important than content. Good manners, though, do not supersede content, they are content. In other words, form becomes substance.”
“And another fundamental consideration: we can’t take ourselves too seriously. Irony! We need to be careful, though; irony needs to be tempered by our ability to make fun of ourselves. It’s very easy to be ironic, or worse sarcastic, at the expense of others, but often we can’t accept it when it’s turned on us. We need to be able to laugh at ourselves.”
“Taking ourselves too seriously is tiresome, at times even rude. Being professional is one thing, but taking ourselves too seriously is quite another. We’ve recently experienced just how unpredictable the world can be. In such a world, there should always be little levity.”
Are there some things that inspire optimism when considering the future?
“There are many things, and I am an optimist by nature. After the rain, the sun always comes out again. We all live through disappointments, but optimists experience them differently. Just a smile and a little kindness can inspire optimism. We all have problems, no one is exempt. But complaining makes us annoying. It’s important to communicate our feelings, but complaining is useless, it achieves nothing. Optimism requires a degree of self-work. It’s also a matter of consideration for others. And being tiresome for others really just makes us tired. So optimism, always optimism, with a smile!”
In 2019 you worked with Francesca Pica on the book Travelling in Style: Suggestions and Advice for Travelling with Ease in the Third Millennium. Then came the annus horribilis of the pandemic. Now that the world of tourism has begun to turn again, respect for others is more important than ever before. Have you got any updates that reflect this new situation?
“Smiling is like yawning, it’s infectious. If we see someone yawn, it makes us yawn! If we ask someone for information with a smile, we’re much more likely to hold their attention and get a response. More importantly, we’ll get a smile in return. And smiling gets rid of wrinkles! The book I curated for Francesca Pica is quite interesting and came out just a few months before the pandemic hit. Travelling with Style needs to be relaunched, in light of the reopening of borders. But once again, it’s a question of knowing people, in this case, the people among whom we will be guests. Then we are the foreigners who must adapt to customs. This benefits our culture, enriching it in a way that only travelling can. And the book is wonderfully written. There are spectacular places, real hidden gems, and not necessarily expensive ones but all of great quality.”
You live between Milan, Rome and Liguria. Do you notice a difference in manners in these places? Milan, for example, is more international…
“I feel like I’ve been very lucky. If I got a holiday home in Sicily or on the islands, I’d really be set! I am able to take advantage of the very best elements of these three places. In Rome, my eyes are filled with immensity. Milan is style, and in Liguria I breathe in the lovely sea air. When I go to Milan, work serves as an excuse. Despite the smog (which there is now clearly so much less of), I breathe in oxygen for my mind. Milan is incredibly stimulating and dynamic and I always regard her with such attention and admiration. Rome is a beautiful lady, a little tired but still a truly lovely lady. Liguria is the mountains, the sea, the countryside, the smells… it’s Nature for me. But the two cities I consider truly mine are Rome and especially Milan.
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