Michela Proietti, giornalista e scrittrice di La Milanese

Michela Proietti © Michela Proietti

Giornalista, Michela Proietti lavora al Corriere della Sera. A marzo 2020, confinata in casa, ha scritto un libro che è diventato un best seller in Italia in poche settimane. Parla della “milanese”, e quindi anche di sé stessa, racconta dello stile e delle abitudini di un tipo di donna molto vivace, lavoratrice, ricercatrice dell’eccezionale e del suo personale concetto del lusso, il suo essere esclusiva, le sue qualità e le sue eccentricità. Un libro scritto con umorismo da una professionista che vive e respira da vera milanese. 

“Io sono esattamente la milanese che descrivo nel mio libro. Ogni cosa che racconto è una cosa che ho vissuto io personalmente o che hanno vissuto persone vicine a me. Tutte cose che ho osservato da vicino.”

Michela, questo libro è un'autobiografia e un'autoanalisi? 

“Scrivendo mi sono resa conto che tutto quello che dicevo parlava di me”. Il libro ha un tratto ironico molto forte, ogni tanto può anche sembrare una presa in giro ma sempre fatta con grande eleganza… “Casomai la prima persona che prendo in giro sono io stessa. Per esempio, quando parlo della difficoltà di scegliere la scuola giusta per i bambini, parlo della mia esperienza. Se parlo dell'amore per il cane che diventa quasi superiore a quello per il marito, parlo di me stessa!” 

proietti aMichela Proietti on sofa © Michela Proietti

In quanto milanese, qual è la tua definizione del lusso?

“Per noi milanesi il lusso non è quello che si intende classicamente. Una milanese non metterebbe mai delle cose super loggate, per esempio, o non viaggerebbe mai con una macchina troppo vistosa… Per noi, c’è sempre un understatement, che chiaramente è più complicato da raggiungere che il lusso standard: la milanese si da molto da fare per essere diversa dalle altre. E questo è il lusso per lei. Ha bisogno per esempio di avere un jeans molto special (tanto morbido o con un taglio eccezionale…) che viene da un negozio che forse nessuno conosce e al quale lei è arrivata dopo una ricerca approfondita. Il tutto in uno stile chic raffinato. Al contrario del prodotto riconoscibile da un logo o da uno stile associato immediatamente al marchio e alla sua immagine di lusso di massa. Quindi la milanese è alla ricerca della qualità o dell’eccezionale e non va a comprare il pantalone della super boutique del quadrilatero della moda. Poi per lei il lusso è anche essere una insider, cioè deve arrivare prima degli altri ad un prodotto o a qualcosa. Lei deve sentirsi unica e questo è un lusso.”

Che cosa ami della vita milanese?

“Amo tutto di Milano. Io non sono milanese, sono di Perugia, però quando sono arrivata a Milano ho avuto un colpo di fulmine, mi sono subito innamorata e ho avuto voglia di sapere tutto di questa città, come per un amore per una persona. Milano è energia, opportunità, ma allo stesso tempo è una città tascabile. A differenza di Roma o di Parigi, Milano è un posto facile dove non ti perdi e non ci metti ore ad andare dall’altra parte della città. Per la milanese, che è una donna molto pratica, è fondamentale non perdere tempo nel traffico. Spostarsi con la bicicletta è proprio un vezzo tipico della milanese. Quello che mi è piaciuto anche di Milano è questo stile chic ricercato non soltanto con i vestiti. Quando entri nelle case milanesi vedi dei dettagli che sono molto raffinati e personali, dal paravento all’allestimento della tavola.”

Come, tu e le tue amiche milanesi, avete vissuto questo confinamento? 

“La milanese lavora molto, è sempre di corsa e fuori, quindi il primo confinamento è stato per tutte un recupero del tempo che mancava. La milanese non si è mai fermata, ama la vita piena, ma credo che corrisponda esattamente al capitale di energia che ha dentro di sé. Quindi è stato anche un recupero fisico con tante attività in videoconferenze: ginnastica, yoga, fitness, pilates. Quindi si è tenuta in forma… E poi non ha perso la socialità con continui raduni, houseparty e serate passate al telefonino anche con dieci persone collegate per volta.” 

“La milanese di oggi è una lavoratrice”, dici nel tuo libro. In effetti, “La donna milanese di oggi non ambisce ai carati, ma alle medaglie della carriera, la donna che lavora non si ferma un minuto, efficiente e organizzata si muove sapendo che i tempi del tinello sono finiti e le donne oggi siedono nei cda. Però è anche lei che la mattina porta i figli a scuola, poiché non delega il ruolo materno.”

proietti bMichela Proietti signature © name photographe

E come si è vestita la milanese durante questo periodo in casa?

“Non indosserà mai la tuta e raramente i leggings, a meno che non stia facendo un corso di fitness. Anche in casa, le milanesi sono sempre perfettamente vestite, con T-shirt bianco in cotone super sottile, un cashmerino, un paio di jeans arrotolati e le loro scarpe friulane in casentino.”

La milanese di vent'anni è diversa dalla madre e dalla nonna?

“Sono tutte figlie di donne molto in gamba, molto vivaci e quindi con quegli esempi in casa non possono non averne assorbito l’essenza e diventare lo stesso tipo di donna. Queste ragazze di vent'anni sono molto serie, non vanno troppo in giro durante la settimana perché studiano e sono spesso molto belle perché curate e sportive. Anche loro sono molto riconoscibili, uno stile un po' internazionale, ma con quel touch milanese. Ognuna ha la sua personalità, poi in base ai codici della loro generazione, danno una nuova tonalità allo stile della milanese, ma sempre nella continuità. Poi il loro gusto viene forgiato da piccole, quando si affacciano nella cabina armadio della mamma che si veste per andare alla Scala, alle serate al Rotary o ai vernissage. La milanese senior, però, in fondo pensa di essere molto più contemporanea della junior e se possibile più di nicchia!”

Come hanno reagito le tue amiche di Milano al tuo libro? 

“Era questo il mio timore! E poi abbiamo capito che le milanesi sono molto ironiche. Quando mi sono trovata in certi capitoli, per esempio come quello del veterinario del mio cane, che ho descritto come ‘un uomo di mezza età e piacente, che fa un po' lo splendido con le donne’, ho avuto paura che si offendesse, invece no, è stato felicissimo e mi ha detto ‘sono proprio io quello’. Anche le altre amiche che si sono riconosciute nelle descrizioni erano molto contente. E mi hanno detto tutti che loro sono davvero così!”

“ Alla fine, credo che ci sia un po' della milanese in ogni donna, pronta a sbocciare come una peonia (il suo fiore preferito) se trapiantata nel terreno fertile di Milano! Quindi se non si nasce milanese lo si può anche diventare... .”

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A journalist for ‘Corriere della Sera’, Michela Proietti took advantage of March 2020’s confinement to write a book that became an instant best seller in Italy. It is the story of a Milanese woman’s style, energy and relentless pursuit of perfection, luxury, quality, exclusivity.

“I am just like the typical Milanese woman that I describe in my book,” she says with humour. “Every story I tell reflects something that has happened either to me or to someone I know.”

Michela, is this book as much self-analysis as autobiography?

“I’m the first person that I mock. When I talk about choosing the right school, for example, or love for the dog that is stronger than the love for her husband, I’m talking about myself! .”

How do you define luxury?

“It’s all about understatement and individuality. This is luxury for her. Rather than getting her jeans in a famous boutique, the true Milanese woman will hunt for the perfect pair in a shop that she has found after a lot of research, a shop that few others know about. This is key: being an insider, getting there before everyone else. She needs to feel unique, and this is luxury.”

What do you love about Milanese life?

“I’m originally from Perugia, but when I came to Milan it was love at first sight. I wanted to know everything about the city. Unlike Rome or Paris, Milan is manageable and accessible. I also love the careful sense of chic style that’s evident not just in clothing but in every detail of a Milanese home.”

proietti cMichela Proietti book © name photographe

How have you and your friends managed through this time of confinement?

“The Milanese woman works a lot, is always out and in a hurry, so we all took advantage of the unexpected time to take care of ourselves in ways that perhaps we had somewhat neglected, through video courses in yoga or pilates, for example.”

“The Milanese woman never stops and is efficient and organised, having relinquished her seat at the kitchen table in exchange for a seat on the board of directors. But she’s also the one who brings the kids to school.”

How did you dress while confined at home?

“Even at home, the Milanese woman is well dressed and would never be found in a jogging suit unless she were exercising.”

Are Milanese women of 20 different today than their mothers and grandmothers?

“All of them are daughters of strong, capable women. Today’s twenty-somethings are serious students and take good care of themselves. Their style may be quite international, but there’s still that Milanese touch. Each generation brings something new but remains grounded in an appreciation for continuity. The sense of style of today’s young women is formed by watching their mothers prepare for an evening out.”

How did your Milanese friends react to your book?

“That was my fear! But then we all realised just how ironic we Milanese can be. In one case, I wrote about my dog’s vet as “a handsome middle-aged man who turns on the charm around women.” I was worried that he would be offended, but he just laughed and said, “Oh, yes, that’s me!” The same held true for all my friends.”

“In the end, I think there is a bit of Milanese’s in every woman, ready to bloom like a peony when planted in the fertile Milanese soil.”

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