Le porte di Milano: Porta Romana

Cover photo: Ancient printing of Porta Roma in Milan © dr

Come i Navigli, le Porte di Milano appartengono all’immagine di questa città operosa ed elegante. Fanno parte di una cinta di mura fortificate erette alla fine del XVI secolo.

portaromana aPorta Romana gate in Milan © dr

«Porta Romana bella, Porta Romana / È già passato un anno da quella sera…», cantava Giorgio Gaber su una struggente melodia che toccava il cuore. Un omaggio a una delle Porte più famose di Milano, chiamata così perché nel Medioevo, attraversandola, ci si immetteva in una strada che portava direttamente a Roma, alla Città Eterna…

La porta era fortificata e faceva parte di una struttura difensiva, la Rocchetta, una torre molto alta, costruita utilizzando i resti di un arco di trionfo monumentale di epoca romana, fatta erigere nel 1596 da Filippo III di Spagna in occasione del passaggio della principessa Margherita d'Austria-Stiria, sua promessa sposa.

portaromana aPorta Romana gate with its old walls © dr

Da qui si dipartivano ben undici chilometri di mura a forma di cuore, la cui punta era occupata dal Castello Sforzesco. Attraversata ai lati dai resti dei binari su cui negli anni passati circolava il tram 13, è stata riconvertita nel 2010 in struttura termale, chiamata per l'appunto Terme di Milano, nei cui dintorni si trova anche la fermata della linea 3 (gialla) della metropolitana. Questa parte del centro storico di Milano è sempre stata oggetto di curiose e misteriose leggende, secondo le quali sarebbe stata abitata addirittura dal diavolo. Ma non un diavolo qualunque. Un diavolo con nome, cognome e titolo nobiliare: il marchese Ludovico Acerbi. Chi fosse realmente quest’uomo con caratteristiche diaboliche non è dato sapere con certezza. Intanto abitava al civico 3 di Corso di Porta Romana, dove ancora oggi si trova lo storico Palazzo Acerbi.

Le cronache dell’epoca raccontano che nel 1630, il cosiddetto annus horribilis in cui la peste a Milano fece migliaia di vittime, per le strade della città si aggirava un uomo dallo sguardo inquietante, su un’elegante carrozza nera ricca di fregi argentati, trainata da sei cavalli neri.

Vestiva solitamente di nero e di verde, i colori del demonio, e lo descrivevano come “…un uomo con aspetto di principe, ma con la fronte infuocata e occhio fiammeggiante”, “…di circa cinquanta anni, con barba quadra et longa, né grasso né magro, né bianco né nero, sempre circondato da sedici staffieri giovani, vestiti di livrea verde dorata…”.

portaromana aDoorway of Acerbi Palace in the Porta Romana area © dr

E mentre a Milano il Lazzaretto non riusciva più ad accogliere i malati e le strade si riempivano di cadaveri abbandonati in attesa che qualcuno li raccogliesse per dare loro una sepoltura, dalle finestre illuminate di quel palazzo al civico 3 di Porta Romana riecheggiavano risate, canti e musica, eco dei sontuosi ricevimenti che Ludovico Acerbi, il marchese, dava in onore dei suoi ospiti. Sembra che un diabolico incantesimo proteggesse dalla peste e dalla morte chiunque partecipasse ai festini di quel palazzo.

Prese corpo così la leggenda del Diavolo di Porta Romana. Il palazzo, che il marchese acquistò dalla famiglia Rossi di San Secondo, è tuttora meta di visite turistiche. Gli interni, che furono realizzati con estrema ricchezza e sfarzo, per contrastare la magnificenza del palazzo antistante, di proprietà della famiglia Annoni, godono dell’affaccio sul Corso grazie a balconcini curvilinei, tra i quali spicca l’imponente portale decorato con colonne sovrastate da teste di leone. Quasi a testimoniare il carattere demoniaco di questo palazzo e del suo proprietario, sulla sua facciata è rimasta incastonata una palla di cannone, sparata dai soldati del maresciallo Josef Radetzky nel corso delle famose Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848), che non riuscì ad abbattere il palazzo Acerbi. E come se non bastasse, neppure i bombardamenti nel corso della Seconda Guerra mondiale sfiorarono la “dimora del diavolo”.

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Like the Navigli (the canals), the 500-year-old Gates of Milan are part of the image of this elegant and energetic city. So named because it opened on the ancient road that led directly to the Eternal City, the Roman Gate was part of an 11-kilometre heart-shaped system of defensive walls that culminated at the Sforza Castle.

portaromana aPorta Romana gate in Milan © fightbegin per iStock

There is a legend that, at number 3 of the Corso di Porta Romana, there lived a devil, in the guise of a nobleman: the Marquis Ludovico Acerbi. It is said that in 1630, during a devastating outbreak of the Black Death, a gentleman of sinister expression roamed the streets in an elegant black carriage drawn by great black horses. He was described as, “… a man of princely appearance, but with a flaming aspect and fire in his eyes … neither fat nor thin, neither white nor black, always accompanied by sixteen young attendants …” As cadavers piled up in the streets, from number 3 of the Corso Porta Romana rang the sounds of music and laughter, echoes of the sumptuous receptions hosted by the Marquis, whose guests seemed to be protected from sickness and death by means of some diabolical enchantment.

Visitors to the palace can still admire the luxurious décor and look out over the Corso from the various gracefully curved balconies. As a kind of testimony to the demonic character of its lord and the fear and hate he engendered, there is imbedded in the façade a cannonball, fired on the structure during the famed Five Days revolt against Austrian rule in 1848.

portaromana aDoorway of Acerbi Palace in the Porta Romana area © Urbanfile

Even the destruction of the Second World War left the Acerbi Palace intact, thus perpetuating the myth and enhancing the mystique and allure of this “Den of the Devil”!

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