Porta Venezia, tra i quartieri più vivibili al mondo

Porta Venezia. Photo by the journalist and photographer Andrea Cherchi © Semplicemente Milano

La Stampa’, il quotidiano di Torino, ha riportato una classifica del londinese “Time Out” secondo cui, tra i primi quaranta quartieri delle più grandi città del mondo, c’è il milanese Porta Venezia.

Perché Porta Venezia merita di essere nella stessa classifica di famosi quartieri di grandi metropoli come l’Exquerra De L'Eixample di Barcellona o l’Haut-Marais di Parigi o perfino il Bedford-Stuyvesant di New York? La risposta è semplice, perché a Porta Venezia c’è vita, perché è il luogo in cui i milanesi si danno appuntamento per l’aperitivo, perché è lì, nei suoi negozi del tutto particolari, che si possono acquistare abiti vintage o bei pezzi di antiquariato.

Oggi conosciamo l'identità di questo quartiere: il Pride, le gallerie, lo shopping, le piccole librerie che resistono, uno dei parchi più belli della città, la scena gastronomica, i suoi magnifici palazzi liberty, i tavolini dei bar all’aperto, le biciclette che hanno preso il posto delle auto, il rumore della gente che cerca, soprattutto in questo periodo così particolare, il cibo e il divertimento, la cultura, l’arte e un’atmosfera speciale.

porta venezia 2Viale Majno. Photo by Francesca Noè © Francesca Noè

Uscendo dalla metropolitana, si avverte un’aria diversa ed elettrizzante, si è attratti dalle insegne di locali come la trattoria Sabbioneda, il Bar Picchio, La Teiera Eclettica, la gelateria Out-of-the-Box e tanti altri. E a rendere ancora più vivo questo quartiere è il fatto che la gente, durante tutto questo lunghissimo periodo di restrizioni imposte dalla pandemia, ha saputo ritrovarsi, creando luoghi di incontro, come il ristorante da asporto o il negozio a due passi, vere ancore di salvezza dove si incrociano persone già viste, volti noti che diventano riferimenti sicuri nei momenti difficili.

Ma Porta Venezia non è soltanto uno dei quaranta nella lista dei quartieri più famosi al mondo. Per i milanesi è molto di più, da sempre. Intanto è tutto quello che c’è intorno ad una delle porte vere e proprie della città, delle aperture ricavate in varie epoche nelle cinte murarie romane, medievali e spagnole di Milano. Porta Venezia è una delle sei porte principali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti.

 

Originariamente, sulla Porta Orientale, situata nel punto dove ora si incontrano via San Damiano e Via Senato, esisteva un bassorilievo rappresentante una lupa, in ricordo della più celebre lupa romana, che ora si trova su Corso Venezia.

 

Laddove un tempo sorgeva l’originaria Porta Venezia, sorgono due caselli neoclassici di ordine dorico nel centro di piazza Oberdan, proprio allo sbocco di Corso Venezia.

Secondo le antiche cronache, nel 1630 attraverso questa porta, un certo Pietro Antonio Lovato, dopo aver abbandonato l’esercito dei Lanzichenecchi, entrò a Milano con i vestiti e tutti i suoi averi infetti dalla peste. Fu così che l’intera città divenne preda della terribile epidemia che solo a Milano causò 64.000 vittime su una popolazione di 250.000 persone. Da questa stessa porta, inoltre, Renzo Tramaglino, protagonista de I Promessi Sposi del Manzoni, compie il suo ingresso a Milano e la sua successiva fuga verso Bergamo.

porta venezia 2Via Malpighi © dr

Con la discesa in Italia di Napoleone Bonaparte, la concezione delle porte cittadine come strutture difensive o sedi del dazio, cambiò radicalmente trasformandole in veri e propri monumenti capaci di impreziosire e aumentare il prestigio della città. Nel 1806, in occasione dell'ingresso a Milano del viceré Eugenio di Beauharnais per le nozze con Augusta di Baviera, venne eretto un arco trionfale provvisorio, ispirato all’Arco di Tito a Roma con in cima una quadriga con gli sposi, statue di Vittorie alate ed obelischi. L’arco avrebbe dovuto poi essere riprodotto in marmo e restare in loco per sempre, ma il progetto non trovò mai attuazione.

porta venezia 2Porta Venezia in Milan, one of the coolest areas in the world: elegant, green and lively

Nel 1825, in occasione dell’ingresso a Milano dell’Imperatore d’Austria Francesco I e di sua moglie l’Imperatrice Carolina Augusta, si pensò di allestire sempre nello stesso luogo un nuovo arco di trionfo in cartongesso, caratterizzato da tre fornici, il cui modello in bronzo in scala 1:28 è tuttora conservato nella Pinacoteca Ambrosiana. Neppure in quell’occasione si riuscì a trasformare l’arco da provvisorio in definitivo.

porta venezia 2The Civic Museum of Natural History in Milan, located in the Porta Venezia district, is one of the most important natural history museums in Europe © spotahome.com

Tra il 1827 e il 1828 l'architetto bresciano Rodolfo Vantini si aggiudicò il concorso per erigere la nuova Porta Venezia. La delusione fu grande quando, in luogo di un atteso arco trionfale, il pubblico si trovò di fronte a due caselli daziari, talmente bassi che, qualche anno dopo, dovettero essere rialzati ognuno con un piano a forma di dado. L’insieme non ricevette neppure il titolo di “porta” e venne chiamato invece “barriera”. Qualche anno dopo, nel 1833, fu aggiunto un imponente apparato di statue, bassorilievi e nicchie.

Nel 1857 l'Imperatore d'Austria Francesco Giuseppe e la consorte Elisabetta, vennero in visita a Milano e, come era consuetudine all’epoca, venne eretto un arco di trionfo temporaneo in legno, fra i due caselli.

Soltanto nel 1860 la barriera venne ribattezzata Porta Venezia e nel 1882 la grande piazza, su cui sboccano ben otto strade, venne intitolata a Guglielmo Oberdan, l'irredentista giuliano impiccato dagli austriaci.

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Porta Venezia a Milano: one of the most livable quarters in the world. London’s Time Out ranks Milan’s Porta Venezia zone as among the top 40 quarters of the world’s largest cities.

porta venezia 2The Porte Venezia district has the most beautiful liberty buildings and ‘portone’ of Milan © dr

How is it that Porta Venezia deserves to be ranked alongside famous neighbourhoods like Barcelona’s Exquerra de l’Eixample or the Parisian Haut-Marais or even New York’s Bedford-Stuyvesant? The answer is simple: it’s because there’s life in Porta Venezia, because it’s a place where the Milanese meet for an aperitivo, because its characteristic shops carry vintage clothes and beautiful antiques.

porta venezia 2Flamingos in the Villa Invernizzi Palestro, Via Cappuccini © dr

The zone’s identity is multifaceted: Pride, shopping, resilient independent bookshops, one of the city’s most beautiful parks, gastronomic delights, magnificent Liberty-style buildings, tables at open-air cafés, the bicycles that have replaced cars, the gentle murmur of passers-by in search of food and distraction, culture, art, and atmosphere.

Immediately upon exiting the metro station, you can feel something different in the air as your eye is caught by the signs of shops and eateries, like the Sabbioneda restaurant, the Picchio café, La Teiera Eclettica (“The Eclectic Teapot”) shop, the Out-of-the-Box gelateria, and many others. Even during this long period of restriction and limitation, people have managed to meet up, perhaps at a restaurant on the corner or a shop round the bend. These have become places where a familiar face can always be found, reassuring ports in the storm.

But Porta Venezia isn’t just one of the 40 best neighbourhoods on the list. For the Milanese it’s always been much more. It also reflects a long history as an area adjacent to one of the principal gates that pierced the old Spanish walls that once stood here. Where the original gate was located, there are now two neoclassical toll booths in the centre of piazza Oberdan, right at the beginning of Corso Venezia.

porta venezia 2Giardini di Porta Venezia park is not as big as Parco Sempione but it is for sure one of the most elegant parks in town

According to the old chronicles, in 1630 a certain Pietro Antonio Lovato passed through this gate after having abandoned the army of Lansquenets, where he had been infected by the Plague. Thus the entire city fell victim to the horrendous epidemic that took 64,000 lives in Milan alone, out of a population of 250,000. This is also the gate used by Renzo Tamaglino, the protagonist of Manzoni’s The Betrothed, to both enter Milan and later escape to Bergamo.

porta venezia 2The elegant Eleonoara Duse square: an enchanting Art Nouveau square dedicated to D'Annunzio's muse © dr

The Napoleonic period altered the very conception of city walls, which no longer served to protect the city but rather, as veritable monuments, to enrich and enhance its prestige. On the occasion of the Viceroy Eugene de Beauharnais’ arrival in Milan for his marriage to Augusta of Bavaria, a temporary arch of triumph was erected, inspired by the Arch of Titus in Rome, complete with a quadriga carrying likenesses of the couple on top.

For the 1825 grand entrance into Milan of Emperor of Austria Franz I and Empress Caroline Augusta, a similar plasterboard arch was constructed. The 1:28 scale model in bronze is still held in the Pinacoteca Ambrosiana.

Between 1827 and 1828, a new project was developed for the new Porta Venezia. You can imagine the disappointed when instead of the anticipated triumphal arch, two sad little toll booths were unveiled. In fact, they were so low that an extra floor was added to each of them a few years later. In the end, “barrier” rather than “gate” was what they were called. Then in 1833, they were embellished by statues, friezes, and a series of niches.

porta venezia 2Porta Venezia, the Liberty district of Milan © dr

Austrian Emperor Franz Josef and Elisabeth his consort paid a visit to Milan in 1857. For the occasion, a temporary arch, this time in wood, was built between the two toll booths. Only in 1860 was the barrier rebaptised Porta Venezia, with the piazza named in 1882 in honour of Guglielmo Oberdan, a patriot hanged by the Austrians.

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